lunedì 18 novembre 2024

Le verità spezzate - Alessandro Robecchi

Manlio Parrini è un grande regista ultrasettantenne, che ha fatto un capolavoro, un grande film, e poi ha smesso per disgusto e stanchezza, forse altro. A fargli tornare la voglia di un nuovo film è l'incontro con la figura di Augusto De Angelis, un autore del passato, un uomo che voleva essere libero in un mondo in cui non c'era spazio per la libertà. Nel frattempo la vicina di casa di Manlio Parrini viene trovata assassinata. 
Due casi irrisolti, uno negli anni Quaranta, uno oggi. Due mondi che si incrociano e si sovrappongono, diventando uno metafora dell'altro, in una Milano del presente e del passato, scintillante e nebbiosa. 
C'è poi un contorno di personaggi che rendono più vivace la trama e tra cui spicca la sceneggiatrice Sara De Viesti, che fa concorrenza a certi personaggi di De Carlo per antipatia, ma questo la rende più verosimile, nonostante l'abuso di taxi da parte di una precaria con un carattere scomodo.
Un romanzo piacevole e divertente, un libro "da tramvai", come venivano etichettati i gialli di Augusto De Angelis negli anni Trenta, nelle cui pagine ho trovato anche Dina Galli e Alberto Savinio, due mie fisse.



martedì 29 ottobre 2024

Via San Maurilio - Rossella Bentini

La pagina di Una milanese chic mi è apparsa qualche anno fa su Facebook e ho cominciato a seguirla credendo che fosse ironica. Leggendo i post ho scoperto invece che "chic" non era niente di ironico. È una pagina dedicata a Milano, ma da una particolare angolazione, che esprime un punto di vista sugli eventi e sui diversi aspetti della vita. E questi post sono quasi sempre attraversati dal riflesso di un dolore che aleggia "con leggerezza senza essere leggera".
Da questo libro mi aspettavo dei racconti che si svolgono a Milano, intorno a via San Maurilio. Invece anche questa volta mi sbagliavo, perché sono sì dei racconti, ma in realtà sono così intrecciati che è come se fossero uno solo, un racconto lungo, che si legge nel giro di poco più di un'ora, merito di una scrittura scorrevole e di una trama fatta di diversi punti di vista.



I giorni di Vetro - Nicoletta Verna

Dopo aver letto i primi due capitoli, mi sono chiesta perché mai questo libro avesse vinto il Premio Manzoni. Poi invece sono stata risucchiata nel vortice della storia e ho passato ogni minuto libero del weekend appena trascorso immersa nelle pagine di questo romanzo storico ben costruito, nel quale si intrecciano le voci di Redenta e Iris, due diversi punti di vista, due vite opposte, spaccate dalla guerra, la malattia, la disumanità che divora un paese lacerato.
Alla fine  mi è piaciuto molto, nonostante l'orrore che lo attraversa. E ho apprezzato soprattutto il finale, in cui ogni dettaglio acquista un senso.



mercoledì 23 ottobre 2024

Elegia americana - J.D. Vance

«Non sono un senatore, un governatore, un ex segretario di gabinetto. Non ho dato vita a un'impresa da un milione di dollari o a una società non profit in grado di cambiare il mondo. Ho un buon lavoro, un matrimonio felice, una bella casa e due cani vivaci.»



Nell'introduzione al suo libro, pubblicato nel 2016, J.D. Vance considera che difficilmente qualcuno leggerebbe l'autobiografia di uno sconosciuto di poco più di trent'anni. In effetti io ho comprato il libro dopo la sua candidatura a vicepresidente. Per qualche motivo non sapevo nulla di questo libro e, anche se mi era capitato sotto gli occhi, non gli avevo prestato attenzione. L'ho comprato perché si legge per capire, per guardare da altri punti di vista ma non sapevo bene cosa aspettarmi quando ho iniziato a leggere. 
Il titolo italiano, "Elegia americana", è fuorviante e generico. Quello originale, "Hillbilly Elegy", è però complicato da tradurre, una parola sola non basta e il libro stesso è il tentativo di spiegarlo. 
«Jackson è senza dubbio piena delle persone più adorabili; è però piena anche di drogati e un uomo può trovare il tempo di fare otto figli ma non può trovare il tempo di supportarli.»
È la storia di un sogno che si realizza, il sogno voluto fortemente dai nonni e trasmesso al nipote. Ma in mezzo c'è la desolazione di un bambino che ha cambiato padre più volte, di una madre con problemi di tossicodipendenza,  una serie di fratellastri e sorellastre che compaiono e spariscono, tranne una. È una storia di fatica, di perdite, del peso di tutto quello che ci si porta dietro quando si nasce nel luogo sbagliato, con la famiglia sbagliata. Di quanto i traumi infantili restino appiccicati addosso e condizionino il resto della vita. Di quanto sia più difficile e faticoso quando non si appartiene ai giri giusti, non si hanno le conoscenze giuste. 
Non è un libro facile ma mi è piaciuto moltissimo e ci ho trovato qualcosa di Roth, nel senso di non appartenenza, nel passato da cui non ci si libera («Non dovevo essere li. Avevo costruito la mia intera vita proprio per evitare quel tipo di posti.»). Un passato con cui però ci si può rappacificare,  smettere di vergognarsi.

lunedì 9 settembre 2024

L'insostenibile leggerezza dell'essere - Milan Kundera

Ci sono libri che restano legati a un'epoca e che ne diventano parte. "L'insostenibile leggerezza dell'essere" descrive un lato degli anni Ottanta che in Occidente non vedevamo, un mondo che non era il nostro, un mondo speculare in cui anche le stesse parole venivano guardate da una prospettiva diversa. Eppure resta legato a quegli anni perché riusciva a parlare anche di noi. «Davanti c'era sempre un mondo perfettamente realistico e un po' più in là, come dietro alla tela strappata di uno scenario, si vedeva qualcos'altro, qualcosa di misterioso o di astratto.»
E riletto oggi, a distanza di trent'anni, è ancora attuale, perché lo sono i suoi personaggi, i loro interrogativi, le relazioni e i non detti, le parole che hanno un significato diverso per ognuno.
Ma anche gli avvenimenti che attraversano non sembrano tanto distanti dalle pagine dei nostri giornali. «...la Grande Marcia continua, malgrado l'indifferenza del mondo, ma diventa nervosa e frenetica, ieri contro gli americani che occupavano il Vietnam, oggi contro il Vietnam che occupa la Cambogia, ieri per Israele, oggi per i palestinesi, ieri per Cuba, domani contro Cuba e sempre contro l'America, ogni volta contro i massacri e ogni volta in appoggio ad altri massacri...»



venerdì 30 agosto 2024

Aria di famiglia - Alessandro Piperno

"Di chi la colpa" si chiudeva con un funerale e con un altro funerale si apre "Aria di famiglia". «Non c'è mistero più penoso di quello serbato da una bara». Eppure il tono è sempre ironico, con una malinconia contenuta, per cui non risulta lugubre.
Il quindicenne del primo romanzo, che cerca in ogni modo di ignorare la tragedia che si porta dentro, ha ormai cinquant'anni e è stanco di se stesso, della sua vita, delle sue due professioni, quella di professore universitario e quella di scrittore. «Il problema di avere cinquant'anni è che la tua vita di ragazzo e di giovane uomo è molto più prossima di quanto avresti mai potuto credere.»
Gli anni in mezzo si affacciano con una serie di flashback, in cui ricompare spesso lo zio, amato e odiato, che è stato il suo tutore, ma da cui soprattutto emerge la difficoltà di vivere del professor Sacerdoti, una difficoltà dovuta a mancanze che non smettono di mancare, mentre si lascia vivere. «Non so esattamente cosa sia il senso morale. Non l'ho mai saputo. Per molto tempo ho creduto di esserne sprovvisto. Salvo poi realizzare che a esserne privi sono soprattutto coloro che non vedono l'ora di sfoggiarlo.»
Poi all'improvviso un altro evento scuote la sua vita e la spinge in una direzione imprevista.
Sullo sfondo ci sono gli avvenimenti storici, il covid, le due guerre, oltre agli scrittori francesi.
«Non esistono ricordi condivisi, così come non esiste un solo modo per narrare una storia. »



domenica 25 agosto 2024

Trust - Hernan Diaz




Bonds di Harold Vanner è il romanzo che racconta i segreti del matrimonio del ricchissimo Benjamin Rask e sua moglie Helen. Due personaggi nei quali è facile riconoscere Andrew Bevel e sua moglie Mildred, morta in una clinica in Svizzera. Proprio per contrastare questo racconto, Andrew Bevel assume Ida Partenza, la segreteria che sarà il ghost writer del suo libro, il racconto della sua verità. Anzi, della Verità. Ma la voglia di scoprire chi fosse in realtà Mildred non abbandona Ida, mentre la sua storia personale si incrocia con quella di Bevel. È l'incontro di due diversi mondi, lo scontro tra due diverse concezioni della vita: quella di Bevel, convinto che il perseguimento dell'interesse del singolo porti al benessere collettivo, e quella del padre di Ida, un tipografo comunista di origini italiane. Solo molti anni dopo, dopo aver trovato un equilibrio tra le diverse tensioni che hanno influenzato la sua vita, Ida Partenza riesce a leggere gli appunti di Mildred e forse a sistemare l'ultima tessera di un mosaico che cambia come cambiano i punti di vista. 
Mi è piaciuto moltissimo questo romanzo, in cui la narrazione cambia in base ai personaggi che raccontano gli stessi fatti e la realtà è una percezione soggettiva, ma ho apprezzato anche il racconto della crisi economica americana del 1929.
"L'orchestra suonava quel genere di musica in cui tu sai cosa arriverà dopo, in cui puoi ascoltare in anticipo."



venerdì 16 agosto 2024

Le parrocchie di Regalpetra - Leonardo Sciascia

«Esistono in Sicilia tanti paesi che a Regalpetra somigliano; ma Regalpetra non esiste. Esistono a Racalmuto, un paese che nella mia immaginazione confina con Regalpetra, i salinari; in tutta la Sicilia ci sono braccianti che campano 365 giorni,  un lungo anno di pioggia e di sole, con 60.000 lire; ci sono bambini che vanno a servizio, vecchi che muoiono di fame, persone che lasciano come unico segno del loro passaggio sulla terra - diceva Brancati - un'affossatura nella poltrona di un circolo.»
Dopo un libro deludente, avevo bisogno di andare sul sicuro, di un autore che non mi delude mai. E Sciascia è sempre quell'autore, con la sua lingua semplice e raffinata, la naturalezza con cui scorrono le descrizioni della vita.
Pubblicato nel 1956, questo libro contiene tutti i temi dei suoi libri successivi e mi ha stupito per l'attualità di situazioni che sono rimaste sempre uguali nonostante tutto quello che è successo in questi anni.



mercoledì 14 agosto 2024

Mio marito - Maud Ventura

 Ho comprato questo libro dopo aver letto una serie di commenti entusiasti e divertiti. È stato candidato a qualche premio e ha vinto quello del primo romanzo. E poi di solito gli autori francesi non mi deludono. 
Eppure la lettura di questo romanzo mi ha annoiato molto, ho continuato fino alla fine perché speravo che finalmente arrivasse la pagina per cui valesse la pena averlo letto e essere arrivata fin lì. Invece anche il finale mi è sembrato fiacco e deludente. 
La cosa che ho apprezzato di più sono le considerazioni sulle traduzioni, sulla professione della protagonista, che cerca un modo per "tradurre l'intraducibile".
Per il resto, sono felice di essere finalmente arrivata alla fine.



domenica 11 agosto 2024

Legami - Eshkol Nevo

 «Quando vedi un buco in realtà non vedi il buco, vedi l'assenza di quello che ci dovrebbe essere al posto del buco.»


Eshkol Nevo l'ho scoperto anni fa per i suoi racconti su Vanity Fair. Io amo i racconti, amo il loro cogliere i personaggi in un particolare momento, in cui emerge il loro passato e si intravede il loro futuro. Oppure si può scegliere di immaginarlo in modo o in altro.
I racconti di Eshkol Nevo sono perfetti, racconti che, con pochi tratti delicati, delineano personaggi che guardano attraverso quei loro buchi e sanno che non li riempiranno, che forse proprio quei buchi sono l'essenza della loro vita, il loro modo di esistere, tra stupore e rassegnazione e voglia di riempirli.


 


sabato 20 luglio 2024

Aluce Munro

 "There's always one morning when you realize that the birds have all gone." 


Quando dalla radio mi arrivò la notizia del Nobel alla Munro mi sentii molto felice. Un po' perché mi sembrava quasi di averla scoperta io, un po' perché quel Nobel riabilitava un genere letterario bistrattato: il racconto. 

E io credo che sia stato anche merito della Munro se amo i racconti, perché ho iniziato a leggere i suoi moltissimi anni fa, quando mia madre comprò un suo libro e non le piacque. A me invece piacevano moltissimo quei racconti che fotografavano i personaggi in un determinato momento della loro vita, ma riuscivano a far emergere il loro passato e tutto quello che sarebbero stati (o non sarebbero stati) in futuro. Erano personaggi comuni, non c'era niente di eroico in loro, ma era proprio la straordinarietà della loro normalità a renderli interessanti, i loro lati meno ammirevoli e più umani. Perché la Munro raccontava questo: l'umanità. E la raccontava senza sconti ipocriti, a volte persino in modo spietato. 

La notizia della sua morte mi è arrivata per caso, mentre ero distratta da altro. E quando ho  cercato un articolo che celebrasse quella morte, mi sono trovata davanti la storia terribile della figlia. Mi è dispiaciuto come dispiace quando si scopre qualcosa di spiacevole su qualcuno che ci piace. Non credo che si debba separare l'opera dello scrittore dall'essere umano. Credo che in ogni scrittore e in ognuna delle sue opere ci sia l'essere umano, con il suo vissuto e con quello che è. Soprattutto se è un grande scrittore. Credo soltanto che si debba accettarlo, che si debba accettare che un grande scrittore possa non essere un grande essere umano, che si debba accettare che non abbia guardato i propri personaggi dall'alto, ma che sia stato uno di loro. E che forse, se come essere umano fosse stato migliore, non sarebbe stato così grande come scrittore.




giovedì 9 maggio 2024

Lettera al mio giudice - Simenon


«Volete cercare di comprendere? Non fate come quelli che si sono affacciati sul mio caso, come quella Giustizia che servite e che non ha voluto vedere quale fosse veramente il mio crimine.»

La lunga lettera di un assassino al suo giudice, il serrato flusso di coscienza di un uomo che non vuole essere assolto ma compreso.
Un uomo che nella vita ha fatto sempre quello che doveva, quello che altri si aspettavano: figlio, padre, due volte marito, medico. Fino a perdere se stesso, la propria ombra. 
E poi si ritrova nel momento in cui la sua ombra appare, con le sembianze di una donna che «non era nemmeno il suo tipo», e allora tutto cambia e tutto quello che aveva soffocato emerge con violenza, fino al finale tragico. 
È la lucidità di una mente torbida, un racconto terribile e attualissimo.

mercoledì 24 aprile 2024

Il ritorno di Casanova - Arthur Schnitzler

 «Amalia sembrava non fare caso a nulla; era pallida, appariva grigia e sembrava una donna decisa a diventare vecchia perché la giovinezza per lei ha perso ogni significato. È questo adesso tutto il mio potere? pensò Casanova amaramente, guardandola di lato.»


Il libro che mi mancava di Schnitzler, l'ultimo capitolo della vita di Casanova, la malinconia della giovinezza che se n'è andata e la difficoltà di accettare la perdita («... lesse la parola che tra tutte era la più spaventosa, perché emetteva il giudizio definitivo: vecchio...»), ma anche di costruirsi un'identità diversa, perché con la giovinezza è come se Casanova avesse perso un po' anche se stesso, la sua essenza, come se non riuscisse più a riconoscersi.
«Casanova impiegò soltanto un secondo a riflettere su chi gli ricordasse Lorenzi. Poi capì che era la sua immagine, aveva davanti se stesso ringiovanito di trent'anni. »
È un libro che guarda al passato e all'impossibilità di farlo rivivere, quindi il futuro resta solo la speranza di poter tornare a casa, nella città in cui tutto è cominciato: Venezia. 
«La nave entrò nella città dal canale; le case decadenti lo osservavano da finestre cupe come occhi ottusamente estranei...»
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giovedì 18 aprile 2024

La società aperta e I suoi nemici - Karl Popper






Non è una lettura recente, la spinta a parlare di questo libro è arrivata dall'ennesima citazione sciatta. Perché Popper è sicuramente una delle maggiori vittime dei social, dove viene ridotto a un vecchietto intollerante e infastidito dal mondo, che va in giro a picchiare con il bastone dei presunti intolleranti. E se la sua opera, monumentale e complessa, non può essere ridotta a un post di Facebook, a maggior ragione non può essere ridotta a un fumetto di poche vignette, con lo scopo di legittimare comportamenti violenti e di tacitare pensieri diversi dal proprio. L'unico modo per avvicinarsi e comprendere è proprio quello di leggere. 
"La società aperta e i suoi nemici" sfiora le mille pagine, ma la lunghezza è mitigata dalla chiarezza. È un viaggio attraverso la filosofia (da Platone a Marx e Hegel) e offre una lettura del mondo e della storia che porta a cambiare la prospettiva dalla quale abbiamo sempre guardato. Quello che fa progredire la conoscenza e la ricerca scientifica (e quindi la società) è infatti per Popper la confutazione, la dimostrazione della falla in una teoria e il suo superamento. L'eccezione che non conferma la regola ma la smentisce. Non si tratta quindi di rifuggire il confronto e di chiudersi alle obiezioni, ma tutto l'opposto. 
«In questa formulazione io non implico, per esempio, che si debbano sempre sopprimere le manifestazioni delle filosofie intolleranti; finché possiamo contrastarle con argomentazioni razionali e farle tenere sotto controllo dall'opinione pubblica, la soppressione sarebbe certamente la meno saggia delle decisioni.»
Il suo pensiero è quindi molto lontano dal fumetto con cui si pretenderebbe di incasellarlo e la sua grandezza sta proprio in questa impossibilità di essere incasellato e schematizzato. 
E siccome si finisce per tornare sempre sulle proprie fisse, a me sembra che la sua estraneità dal vecchietto delle vignette sia evidente soprattutto nelle righe che dedica a Heine: «Tuttavia, nonostante questa eresia, Heine restò amico di Marx; infatti, in quei giorni felici, la scomunica per eresia era ancora ben poco comune tra coloro che combattevano per la società aperta e la tolleranza era ancora tollerata.»

mercoledì 3 aprile 2024

Roma senza papa - Guido Morselli

La vita di Guido Morselli - la ricerca di un editore, i continui rifiuti, tra cui quello di Calvino, il successo dopo il suicidio - sarebbe già materiale letterario sufficiente. I suoi libri però mi sorprendono sempre più li leggo meno mi spiego i motivi di quei rifiuti.
"Roma senza papa" è il terzo romanzo che leggo, dopo "Un dramma borghese" e "Dissipatio H.G.". Tre romanzi diversissimi tra loro, appartenenti a tre generi diversi, eppure tutti e tre originalissimi per i temi e il modo in cui vengono affrontati. Uno scrittore fuori tempo, arrivato troppo presto per essere compreso e apprezzato. O forse uno scrittore che "vedeva" troppo, anche quello che sarebbe stato meglio lasciare non visto e non detto. Di questo romanzo, una distopia scritta nel 1966, ambientata alle soglie del Duemila, mi hanno stupito i riferimenti e le osservazioni che descrivono un mondo molto simile a quello attuale, a partire dalle buche nelle strade, per arrivare ai dialoghi con l'intelligenza artificiale, passandoper l'obsolescenza degli elettrodomestici e dei motori.

«Dai loro commenti risulta che c'è un punto su cui in Italia regna completo accordo. Edificata l'Europa, gli Italiani si sentono tutti indistintamente retrocessi a 'Sud' (anche il collega Baldassarrinucci che è piemontese), e tutti amaramente spregiati, incompresi, sfruttati da "quelli là del nord", lussemburghesi, francesi, belgi o tedeschi.»



mercoledì 20 marzo 2024

Il vestito nuovo e altri racconti - Virginia Woolf

Di Virginia Woolf parlerei sempre e finirei sempre per dire che per me è stata lo spartiacque: dopo Mrs. Dalloway non ho più visto la letteratura nello stesso modo e non ho più letto nello stesso modo. L'ho riletto talmente tante volte che quasi lo conosco a memoria. 
Alcuni di questi racconti invece non so se li ho letti e dimenticati anni fa, subito dopo la scoperta di Mrs. Dalloway, perché i racconti sono cosi, qualcuno resta impresso e qualcun altro non lascia traccia. Come "L'uomo che amava la sua specie", di cui ricordavo il titolo ma nient'altro, segno che all'ira mi ha lasciato indifferente e che ora mi è piaciuto molto. 
Eppure, stranamente nonostante tutti gli anni che sono passati, i racconti che ho apprezzato di più sono stati "La signora nello specchio. Una riflessione" e "Il lascito".
In tutti ho ritrovato però la leggerezza caustica della Woolf.



martedì 27 febbraio 2024

Fatti di umani - Elisa Rovesta

Quello che mi ha fregato quando l'ho visto in libreria è stato il sottotitolo: "Racconti in cui non succede niente". E io subito ho pensato alla signorina N.N. di Cechov e alla signora nello specchio della Woolf. In fondo, anche la quarta di copertina si rifaceva a Cechov. 
Ma se è vero che non succede niente, è anche vero che a mancare sono i racconti, ridotti inizialmente a delle paginette per descrivere ognuno dei personaggi, delle ombre, dei tipi monodimensionali, monomaniacali, che attorno a quella loro mania costruiscono vite vuote. Non hanno pensieri, non hanno ricordi, sono dei cartonati piatti, privi di spessore psicologico. Poi, una volta introdotti i personaggi, il libro si trasforma in una specie di romanzo o di racconto lungo, in cui si ritrovano tutti insieme, felici di essere insieme, ma in realtà soli, ognuno con la propria unica mania. E una disperata voglia di far ridere (che è proprio l'opposto dell'ironia) mi ha annoiato a morte, tanto che ho faticato a finirlo, nonostante le poche pagine.



sabato 24 febbraio 2024

Le schegge - Bret Easton Ellis

«Molti anni fa ho realizzato che un libro, un romanzo, è un sogno che chiede di essere scritto nello stesso modo in cui ci innamoriamo di qualcuno...»


È un libro difficile da chiudere, non solo perché l'ho letto per quasi un mese, ma perché c'è tantissimo e trascina il lettore indietro, fino al 1981, in una Los Angeles che è quella dei film di allora, di cui Bret (il protagonista del romanzo e anche l'autore), è un appassionato spettatore. È la Los Angeles dei macchinoni, delle ville enormi, con piscina e Jacuzzi, in cui è facile fidanzarsi con la figlia di un importante produttore. 
Un gruppo di diciassettenni, che frequentano l'ultimo anno alla prep school di Buckley, tra feste, droghe, alcol, in un tempo sospeso, prima che il futuro si spalanchi davanti a loro, l'anno successivo. Sono ragazzi che hanno a disposizione tutti i soldi che desiderano, li danno per scontati, ma quello che manca sono i genitori, comparse impegnate ad aggiustare le loro vite irrisolte. E ogni giorno finisce con il rientro in una casa deserta a Mulholland.
È un romanzo sulla solitudine, ma anche sull'adolescenza, sulla scoperta di se stesso («ero al punto in cui cercavo ancora di essere attratto dalle ragazze»), sulla difficoltà di riuscire a esserlo («...eravamo semplicemente troppo giovani e nati nel tempo sbagliato e nonostante avremmo dovuto poter essere noi stessi non c'era possibilità che questo succedesse nel 1981»). Amori che finiscono in modo tragico, altri che non iniziano e di cui resterà sempre il rimpianto. 
Sullo sfondo c'è il Trawler, il pescatore da strascico, che rapisce ragazze e animali, ma è solo sfondo.
«Nonostante la mia familiarità con gli eventi, il libro mi ha spaventato, come spaventa l'amore, come spaventano i sogni...»

mercoledì 10 gennaio 2024

Il cadavere del Canal Grande - Enrico Vanzina

Un ragazzo bretone di famiglia nobile che vuole diventare un artista e riesce a entrare nella bottega del Tiepolo a Venezia. E poi una fuga tra Villa Valmarana, Chioggia, palazzo Lolin e di nuovo Venezia, sulle tracce di Casanova. Personaggi immaginari si mescolano a quelli reali, sui quali mi è venuta voglia di sapere di più. 
Un romanzo d'avventura, un mistero e continui cambi di prospettiva. È un romanzo che si legge velocemente, per me un po' troppi, un po' troppi avvenimenti, però è piacevole.