venerdì 27 agosto 2021

Morte dell'inquisitore - Leonardo Sciascia


Un breve saggio, con molte note che lo completano, e la scrittura lineare e diretta di Sciascia.

«Dirò subito che questo breve saggio o racconto, su un avvenimento o un personaggio quasi dimenticati della storia siciliana, è la cosa che più mi è cara tra quelle che ho scritto e l'unica che rileggo e su cui ancora mi arrovello.»

Una storia che, nonostante la vastità delle ricerche e dei documenti consultati, continua ad avere lati oscuri e a portarsi dietro l'irritazione e la diffidenza di chi, nonostante il tempo, non vuole fare luce, non vuole svelare tutti i misteri.

«Così succede appena si dà di tocco all'Inquisizione: molti galantuomini si sentono chiamare per nome, cognome e numero di tessera del partito cui sono iscritti.»

Motivo in più per amare questo libro.

mercoledì 25 agosto 2021

Contro l'impegno - Walter Siti

«La letteratura occidentale comincia (libro primo dell'Iliade) con due maschi che litigano per decidere a chi tocca possedere una schiava; il romanzo moderno comincia (Robinson Crusoe) con un uomo bianco che libera un uomo nero e immediatamente pensa di tenerlo con sé come "suddito", imponendogli un nome che non è il suo e convertendolo alla propria religione.»


"Riflessioni sul Bene in letteratura" è il sottotitolo di un libro colto, che attraversa la letteratura con il taglio del critico, ma anche con lo sguardo malinconico del lettore appassionato («Forse semplicemente sono obsoleto con la mia fiducia nella letteratura solo scritta.»), di chi non si rassegna a una letteratura ridotta a messaggio, o addirittura medicina, se non lezione di vita. Letteratura in cui la forma può (anzi, deve) essere sacrificata in nome di un messaggio universale, una sorta di missione che rischia di fagocitarla.

Passando per Saviano, la Murgia, la Perrin, Carofiglio, Siti individua la direzione verso cui si muove una letteratura impegnata a soddisfare un lettore che possiede già determinate certezze e convinzioni, la stessa direzione verso cui si muove anche la televisione generalista, con le ipocrisie, le provocazioni e i finti scandali, in un clima su cui influiscono sicuramente anche i social network. Una letteratura che cerca la vittima per caricarla di significati retorici e contrapporla teatralmente al carnefice, in un rapporto dialettico che funziona sempre e che ha un effetto sicuro.

Non mancano però riferimenti al sarcasmo di Bret Easton Ellis e di Houellebecq: «Non sarà, suggerisce il romanzo con un sussurro inquietante, che noi di libertà ne desideriamo un po' meno?»

Non è un unico saggio ma una raccolta di scritti, alcuni inediti, altri già pubblicati singolarmente, eppure mantiene un'unità, che deriva da un filo conduttore coerente e che, analizzando la letteratura contemporanea, arriva a parlare dei lettori e della società all'interno della quale viene plasmata.


venerdì 20 agosto 2021

Il libro di sabbia - Jorge Luis Borges


Pubblicato nel 1975, "Il libro di sabbia" contiene gli ultimi racconti di Borges. Sono racconti costruiti su giochi di specchi, di doppi, di ricordi persi, ritrovati, ripensati, ricchi di suggestioni letterarie, in cui si intrecciano diversi piani temporali e quello che sembra diventa subito qualcos'altro.

Mi sono piaciuti tutti questi racconti, soprattutto "L'altro", quello che apre la raccolta, e che in qualche modo è lo specchio di "Venticinque agosto 1983". Ma è bellissimo anche "Il Parlamento", che forse è quello più importante.

Ho preferito questo libro persino a "L'Aleph", forse perché sono entrata subito nello spirito dell'autore e nel suo modo di raccontare, nelle sue atmosfere rarefatte. Ci sarebbe moltissimo da dire su questi racconti, mi resta solo il rimpianto di non poterli leggere in lingua originale. Borges, come Marías, è uno di quegli autori che mi fanno venire voglia di imparare lo spagnolo.

giovedì 19 agosto 2021

La breve passeggiata - Alberto Vigevani


Il "generale" è un vecchio baule verde militare, imponente e ingombrante, nel quale il narratore si imbatte, dopo averlo a lungo dimenticato, ritrovando con lui una serie di ricordi, a partire da quel viaggio in America, che poi non ha mai fatto, per sfuggire alle leggi razziali. E poi un viaggio di nozze, che doveva essere un po' un addio al paese in cui lui e la moglie erano nati e cresciuti, ma che all'improvviso li respingeva.

Soprattutto però il baule ricorda Jole e Giorgetto, i due zii che quel baule l'avevano scelto e regalato alla coppia di sposi. La storia di Jole e Giorgetto è la storia tragica di chi non ha voluto credere, di chi si sentiva al sicuro nella propria casa borghese, nel proprio paese. È una storia di ingenuità e di fiducia tradita, ma anche di un amore che pone fine a una breve passeggiata, verso una possibile salvezza.

Ci sono tante storie come quella di Jole e Giorgetto, ma la loro si consuma tra strade che conosco, tra piazzali che ho attraversato, di fronte a una casa nella quale ho vissuto. La storia di Jole e Giorgetto fa sentire quanto è vicino l'orrore dal quale sono stati travolti.

mercoledì 18 agosto 2021

Racconto d'autunno - Tommaso Landolfi


Da tempo volevo leggere qualcosa di Landolfi ma non credo che avrei iniziato con questo libro, se non fosse stato per una discussione appassionata (e appassionante) tra due amici.

Scritto nel 1947, è un racconto che nasce dalla guerra, ma si allontana nelle atmosfere gotiche di una vecchia casa, in cui si sente fortissima l'influenza di Edgar Allan Poe.

Il mistero che costituisce la trama è in realtà ben poca cosa, quello che dà valore alle poche pagine è per me la prosa di Landolfi che, pur arcaica, difficoltosa, avvolta su se stessa, si adatta perfettamente alla vicenda e contribuisce a crearla, a velare le scene che racconta, invece di svelarle.

domenica 15 agosto 2021

Il matrimonio di di mio fratello - Enrico Brizzi


Di Enrico Brizzi avevo letto "Jack Frusciante è uscito dal gruppo", il suo primo romanzo, appena era uscito, una vita fa. Mi era piaciuto, ma, per qualche oscuro motivo, non avevo letto più niente di suo.

Quando in libreria ho incrociato "Il matrimonio di mio fratello", l'ho sfogliato, ho letto la trama e ho impiegato qualche tempo prima di comprarlo.
È un romanzo che a tratti fa ridere e a tratti malinconia, un libro da ombrellone, l'ideale per una vacanza, perché la storia è avvincente e non si ha voglia di staccarsi.
Le 528 pagine di questo romanzo scorrono veloci, attraversano la storia del nostro paese e i ricordi di Teo che, mentre sta rientrando da un viaggio di lavoro, con la macchina aziendale e il progetto di una serata in un locale, in cui ogni weekend trova una ragazza diversa, deve invece cambiare programma e andare a cercare suo fratello, scomparso con i due figli, tra le montagne del luogo in cui ha scelto di abitare.
È sempre stato così, Teo è il figlio che non ha mai dato problemi, quello che si è sempre adattato, quello nato per essere un testimone, mentre suo fratello era l'eroe. «Grazie alla sua presenza, invece, era tutto facile: mi bastava seguire con la coda dell'occhio le sue reazioni, e diventavano le mie»
Poi gli anni passano, il contrasto tra le loro vite è sempre più evidente, le parti si invertono nel corso del tempo. «Quando se n'era andato di casa, a vent'anni appena compiuti, l'avevo considerata una liberazione.»
Eppure resta un legame forte e insostituibile, fatto di rabbia, incomprensioni e affetto, il legame che spinge Teo a premere l'acceleratore e dirigersi verso quelle montagne, in cui non è mai stato a suo agio. «Era da lui, che andavo. Dallo stesso bambino con i capelli ricci e gli occhi verdi che mi teneva sveglio da piccolo con le sue storie avventurose. Dall'adolescente che, per tanti anni, mi era sembrato un modello da seguire. Dal ragazzo che aveva fatto ammattire i nostri genitori col suo rifiuto ostinato di scendere a compromessi, e si era opposto in ogni modo ai loro inviti affinché prendesse una strada ragionevole.»

martedì 10 agosto 2021

Sorte dell'Europa - Alberto Savinio

Una breve raccolta di articoli pubblicati da Savinio tra il 25 luglio 1943 («ossia quando in Italia si ricominciò a poter scrivere anche di cose politiche») e la fine del 1944, in cui prevalgono la gioia per la fine del fascismo e la speranza per il futuro. Una speranza che si affida a un'unità europea, ad oggi non ancora realizzata e forse impossibile da realizzare nei termini auspicati da Savinio.

Al di là di alcune ingenuità che emergono in una lettura "con il senno di poi", ma che la rendono più divertente, ci sono considerazioni interessanti sia sull'Europa che sull'Italia e gli italiani. Considerazioni sulla necessità di sviluppare l'intelligenza, lo spirito critico, liberarsi dalla retorica. «Più che nei popoli che obbediscono come un sol uomo alla parola del capo dello stato, io ho fiducia nei popoli in cui ciascun individuo costituisce per conto proprio uno stato...»

Un libro che in alcuni punti sembra parlare dell'Italia di oggi e che per questo è molto attuale. 


domenica 1 agosto 2021

Almansor - Heinrich Heine


Ho esitato a lungo dovendo scegliere il mio autore preferito per la challenge di LLC. All'inizio avrei scelto Roth, poi ho pensato a Houellebecq. E c'era sempre Cechov. Ma anche la Woolf.

È difficile scegliere uno scrittore tra tutti, eppure ogni volta che sceglievo un libro, era come se qualcuno urlasse che stavo sbagliando.

Il mio scrittore preferito è Heinrich Heine e lo è da molto tempo, dalla sera d'autunno in cui fece il suo ingresso nella mia camera. Da allora non ho mai smesso di leggere i suoi libri, al punto che li conosco quasi a memoria. Negli anni Ottanta era difficile trovarli, entravo nelle librerie con liste lunghissime, che facevano scuotere la testa ai librai. Nelle librerie tedesche non andava molto meglio e qualche anno fa, a Vienna, in una libreria del centro, ritrovai la stessa perplessità negli occhi di due ragazzi dall'aria annoiata. Quando però alle Messaggerie Musicali mi capitò tra le mani, quasi per caso, "Notti fiorentine", fu una gioia incredibile. Per anni ogni suo libro è stato una conquista, poi con internet le cose sono cambiate. 

Non è un autore contemporaneo eppure, ogni volta che lo rileggo, mi stupisco di quanto sia attuale. Una delle frasi più citate è sua:


 «Questo era solo il prologo, là, dove si bruciano i libri, si finirà col bruciare gli uomini.»


Ma in pochi, tra quelli che la citano, conoscono Heine e l'Almansor, la tragedia da cui è tratta, una storia di religioni incrociate, di persecuzioni, di identità mascherate. L'ombra di Heine si stende su gran parte della letteratura moderna, dopo essersi riflessa su Marx («Sia benvenuta una religione che versa nell'amaro calice della specie umana sofferente alcune gocce dolci e soporifere di oppio spirituale, alcune gocce di amore, speranza e fede.») e Nietzsche («Sentite il suono della campanella? Inginocchiatevi... portano i sacramenti a un dio morente»).

Un secolo dopo i libri di Heine furono bruciati nei roghi nazisti, per molti anni le sue poesie più note furono riportate come testi anonimi anche in seguito alla fine del nazismo Adorno parlò della "Ferita Heine", Marcel Reich Ranicki scrisse che questa ferita continua a sanguinare. Eppure in qualche modo i suoi testi continuano ad apparire, nei momenti più impensati, nei luoghi più improbabili, e allora mi capita di stupirmi nel ritrovarmeli davanti, come quel pomeriggio alle Messaggerie Musicali.