giovedì 30 agosto 2018

La solitudine dell'assassino

Luca Rainer è un traduttore, uno con cui le donne resistono al massimo qualche mese, che si dimentica di cambiarsi i vestiti, che si rifugia nella non-vita e nel rancore verso una madre che l'ha messo al mondo e poi abbandonato.
Carlo Malaguti invece è un assassino, uno che ha vissuto la vita intensamente, come un fuoco che brucia, e che ha dentro una bestia che lo divora. Una bestia simile alla pantera della poesia di Rilke, che Luca ha tradotto. E allora vuole che sia Luca a raccontare la sua storia. Una storia cattiva, di amore, tradimento, gelosia. E, addentrandosi in questa storia, Luca scoprirà Carlo, ma anche se stesso.

Di Andrea Molesini, qualche anno fa, avevo letto "Non tutti i bastardi sono di Vienna" e mi aspettavo un romanzo simile. Mi sono invece stupita della differenza tra i due libri, che sembrano quasi scritti da persone diverse. Perché il primo è un romanzo storico, mentre il secondo un thriller psicologico, che a poco a poco svela i protagonisti. Eppure entrambi i libri mi sono piaciuti e mi hanno trascinato nel gorgo degli eventi. Ho avuto inoltre la fortuna di essere stata a Trieste pochi mesi fa e di avere ancora ben chiaro il ricordo dell'atmosfera di questa bella città, elegante e malinconica, una città che non dimentica il suo passato e che è lo sfondo perfetto di questa vicenda.

giovedì 23 agosto 2018

Le menzogne della notte

Nel 1988 Gesualdo Bufalino vinceva il premio Strega. Era l'estate in cui io non riuscivo a staccarmi da Schiller e pochi mesi dopo avrei incontrato Heine e la Woolf e Max Frisch. Ci sono voluti quindi trent'anni e il suggerimento di un'amica, prima che scoprissi questo libro. Eppure è un po' come se tutte le letture di questi anni mi abbiano portato qui, a questo romanzo breve ma maestoso, che parte dal Decamerone, per raccontare l'ultima notte di un gruppo di condannati a morte, in un penitenziario su un'isola. Un luogo sospeso nel tempo e nello spazio, che forse si trova nel Regno delle Due Sicilie, in epoca borbonica. "Fantasia storica, giallo metafisico, moralità leggendaria".
Un romanzo che parte da Balzac, con una sfida al lettore ("A noi due") o forse un brindisi, raccontato con uno stile antico, che riporta ad "uno stravolto Risorgimento" e, al tempo stesso, richiama l'atmosfera dei Vicerè di De Roberto. Ma è un romanzo che fa pensare anche allo Stiller di Max Frisch, alla frantumazione dell'identità, all'inutile ricerca dell'io, alla dicotomia tra essere e apparire, alla difficoltà di accettarsi. 
"Poiché la mia vita - non meno che la vostra, o miei nemici e fratelli - non è stata che un fluido scorrere di coscienze posticce dentro un innumerevole ME..."

giovedì 16 agosto 2018

La sera a Roma - Enrico Vanzina

Questo libro l'ho preso a casa di mia madre. A lei era piaciuto abbastanza, ma non l'aveva fatta impazzire. L'avevo appoggiato sul comodino, ad alimentare la pila di libri da leggere.
Poi è morto Carlo Vanzina e ho rivisto "Via Montenapoleone", un film che avevo visto al cinema a sedici anni, un sabato pomeriggio, con un'amica. Ci ho ritrovato gli anni Ottanta, la mia città com'era allora e anche qualcosa di me. L'ho guardato con un misto di divertimento, nostalgia e rabbia: eravamo come ci hanno descritto i Vanzina, non c'è da stupirsi che siamo quelli che siamo.
Così ho messo il libro in valigia. Il titolo evoca le serate d'estate in cui si passa più tempo all'aperto e mi aspettavo, chissà perché, un'autobiografia. Ho trovato invece un mistero, un noir più che un giallo, ma soprattutto ho trovato quel romanzo su Roma che Federico, il protagonista, vorrebbe scrivere. Un romanzo su una città troppo bella, sospesa tra il vecchio e il nuovo, una città in cui si mescolano la vecchia nobiltà, con i suoi giochi e le sue vendette, le istruttrici sudamericane di pilates, ambigui uomini d'affari. Una città in cui tutti inseguono quello che non hanno, per poi rimpiangere quello che hanno lasciato andare senza accorgersene.
È un ritratto dell'Italia, apparentemente leggero ma piuttosto impietoso, scritto molto bene, con uno stile elegante, che si vorrebbe non finisse mai.