martedì 27 aprile 2021

Il decoro - David Leavitt


Sono arrivata in ritardo a questo libro, dopo aver letto tantissimi commenti di chi lo leggeva nell'estate e nell'autunno del 2020, eppure non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto e che mi sarei divertita così tanto a leggerlo.

È costruito quasi esclusivamente sui dialoghi tra il gruppo di amici che orbitano intorno a Eva Landquist, che cenano nelle sue case, si muovono tra i suoi mobili. I loro discorsi, le loro paure, i ricordi passati, che hanno tentato di cancellare e che riemergono inaspettatamente, hanno il tono di una commedia brillante ma carica di ironia. Tutti prima o poi abbiamo conosciuto qualcuno come Eva e i suoi amici, tutti prima o poi ci siamo trovati seduti in un salotto come il suo o abbiamo partecipato a una di quelle cene, in cui si mangia quello che è giusto mangiare, anche se non piace a nessuno. Lo sguardo di Leavitt è lo sguardo spietato di chi descrive una generazione che conosce bene, e ne conosce l'inconsistenza, l'ipocrisia, la fatica di tentare di essere quello che si deve essere. E allora forse l'unica cosa che può impedire di chiedere a Siri come fare per uccidere il neoeletto Donald Trump è soltanto il rischio che Siri trasmetta l'informazione ai Servizi Segreti e di venire arrestati.

domenica 11 aprile 2021

Una volta il futuro era migliore - Sabino Cassese

 Quando trovo un articolo di Cassese lo leggo sempre. Soprattutto in questo anno la sua è stata per me una voce pacata ma lucida, che ha fatto chiarezza dove invece c'era confusione. Così, quando, girando per la Feltrinelli, ho trovato questo libretto di un centinaio di pagine, con un titolo ironico, l'ho comprato e letto subito.

"Come dobbiamo valutare questo nostro tempo? Come deve valutarlo, in particolare, chi ha davanti a sé da cinquanta a settant'anni di vita?"


Per rispondere a queste domande, Cassese parte elencando "Le luci" che rendono la nostra epoca migliore di quelle che l'hanno preceduta: le rivoluzioni tecnologiche, caratterizzate da velocità e diffusione; le interconnessioni tra le economie; la vicinanza tra popolazioni e parti del mondo distanti, grazie alla rete di mezzi di trasporto e alla limitatezza dei teatri di guerra; la diffusione di una cultura che ripudia la guerra; il miglioramento delle condizioni materiali di vita, avvenuto in breve tempo; una maggiore vicinanza tra il cittadino e le istituzioni e una maggiore facilità di comunicazione.

Dietro alle luci però si nascondono "Le ombre": da almeno un quarto di secolo la produzione e lo sviluppo del nostro paese procedono più lentamente che nel resto d'Europa, e in molti casi sembrano regredire; il livello di istruzione è basso e le competenze della classe dirigente sono limitate; i cittadini partecipano poco alla vita politica e si informano poco e male; i tre poteri dello stato richiederebbero interventi di riordino, che però sono difficili da realizzare.

L'ultima parte, "Dove le luci e le ombre si incontrano", cerca di trarre qualche conclusione, partendo dal presupposto che non è consigliabile preoccuparsi troppo per il futuro.

Il libro è basato su documenti e statistiche ISTAT, ma contiene anche molti riferimenti e rimandi letterari. E nelle prime pagine ci ho trovato anche il mio adorato Heine: «Alla mia porta scroscia il Mare del Nord».

martedì 6 aprile 2021

Una giornata di nebbia a Milano - Enrico Vanzina


A quanto pare non riesco ad allontanarmi dalla mia città nemmeno con i libri: i luoghi di questo romanzo li conosco tutti, fanno parte della mia vita e delle mie giornate. Ma quando, alla Feltrinelli, l'ho visto, non ho nemmeno pensato di non comprarlo, perché "La sera a Roma" e "Mio fratello Carlo" mi sono piaciuti molto e poi perché i film dei Vanzina fanno parte anche loro della mia vita.

Luca Restelli, il protagonista, è un giornalista che si occupa delle pagine di cultura, quelle che non legge nessuno. È cresciuto in una casa in cui "la sera nei corridoi bui ci vanno a zonzo Musil e Debussy, in un'inquietante versione intellettuale del Sesto senso." Eppure, il giorno in cui in redazione arriva la notizia di un omicidio in corso Vercelli, pochi minuti dopo scoprirà che la vittima è suo padre. Luca Restelli svolge un'indagine parallela, in cui si fa aiutare da Giorgio Finnekens, uno scrittore, in cui è facile riconoscere Andrea Pinketts, perché in fondo la letteratura e il cinema hanno già detto tutto. I rimandi letterari e cinematografici costruiscono infatti questo romanzo, che è un giallo, ma che si snoda nei rapporti familiari, nei lati sconosciuti e trascurati delle persone con cui si vive e si cresce. E la vera protagonista è proprio la nebbia, che avvolge la realtà e che ogni volta svela un aspetto diverso, per poi coprirlo ancora.

domenica 4 aprile 2021

Ascolto il tuo cuore, città - Alberto Savinio


Non so come sia stato possibile aver superato i cinquant'anni senza aver mai letto un libro di Alberto Savinio, ma forse, se non fosse stato per Sciascia, che lo definì il più grande scrittore italiano tra le due guerre, non lo avrei letto mai. Quando ho comprato "Ascolto il tuo cuore, città", non sapevo nemmeno che la città fosse la mia, una Milano prima della guerra, in cui Savinio arriva passando da Venezia e da Padova, per girovagare tra le vie e le piazze. È una città che conosco bene, eppure, mentre leggevo, mi sembrava che ci fosse ancora molto da scoprire. Ho scoperto, tra l'altro, che piazza della Repubblica si chiamava piazza Fiume e mi sono persa tra le vie, seguendo il filo dei ricordi dell'autore, che si sovrapponevano a quelli delle altre volte in cui era stato a Milano, e che ogni tanto si allontanavano verso qualche altra città. È un libro che non può essere ridotto ad un unico genere, è una miscela di autobiografia, di storia, di musica e di arte, un insieme di racconti e di aneddoti. E così in Sant'Ambrogio ho trovato Alarico, impegnato in un duello con Stilicone, in corso Venezia Silvio Pellico, che torna dallo Spielberg, in via Fratelli Zoia, vicino a dove sono cresciuta, Petrarca, che aveva deciso di stabilirsi nella cascina Literno. Sono tanti i fantasmi che attraversano le strade e passano tra le pagine, soprattutto ci sono il "milanese" Stendhal e Caterino, un amico dello scrittore, che vaga per la città, portandosi dietro il peso della sua vita. Le pagine dedicate a Manzoni sono forse le più belle e forse il motivo è proprio che Savinio non riusciva ad entrare in sintonia con lui. Quando parla di Manzoni dice le cose più importanti su se stesso:


Questa corazza di gelo, questo divieto di amore io cerco di vincerli con i mezzi che più mi sembrano acconci: l'ironia e il pessimismo.


Il libro era terminato e stava per essere stampato nell'estate del 1943 ma in agosto i bombardamenti "mutarono la faccia di Milano", trasformando il libro nel ritratto di una città che non esisteva più. L'autore allora decise di aggiungere altre pagine, "un accenno all'«altro» volto di Milano, un auspicio al volto che sarà".

È quello il volto che ho conosciuto io, e adesso, che anche quel volto è stato cancellato, aspetto di conoscerne uno nuovo. Nel frattempo ho trovato quel libro che credevo mancasse nella letteratura italiana.