Sono arrivata in ritardo a questo libro, dopo aver letto tantissimi commenti di chi lo leggeva nell'estate e nell'autunno del 2020, eppure non pensavo che mi sarebbe piaciuto così tanto e che mi sarei divertita così tanto a leggerlo.
È costruito quasi esclusivamente sui dialoghi tra il gruppo di amici che orbitano intorno a Eva Landquist, che cenano nelle sue case, si muovono tra i suoi mobili. I loro discorsi, le loro paure, i ricordi passati, che hanno tentato di cancellare e che riemergono inaspettatamente, hanno il tono di una commedia brillante ma carica di ironia. Tutti prima o poi abbiamo conosciuto qualcuno come Eva e i suoi amici, tutti prima o poi ci siamo trovati seduti in un salotto come il suo o abbiamo partecipato a una di quelle cene, in cui si mangia quello che è giusto mangiare, anche se non piace a nessuno. Lo sguardo di Leavitt è lo sguardo spietato di chi descrive una generazione che conosce bene, e ne conosce l'inconsistenza, l'ipocrisia, la fatica di tentare di essere quello che si deve essere. E allora forse l'unica cosa che può impedire di chiedere a Siri come fare per uccidere il neoeletto Donald Trump è soltanto il rischio che Siri trasmetta l'informazione ai Servizi Segreti e di venire arrestati.
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