domenica 4 aprile 2021

Ascolto il tuo cuore, città - Alberto Savinio


Non so come sia stato possibile aver superato i cinquant'anni senza aver mai letto un libro di Alberto Savinio, ma forse, se non fosse stato per Sciascia, che lo definì il più grande scrittore italiano tra le due guerre, non lo avrei letto mai. Quando ho comprato "Ascolto il tuo cuore, città", non sapevo nemmeno che la città fosse la mia, una Milano prima della guerra, in cui Savinio arriva passando da Venezia e da Padova, per girovagare tra le vie e le piazze. È una città che conosco bene, eppure, mentre leggevo, mi sembrava che ci fosse ancora molto da scoprire. Ho scoperto, tra l'altro, che piazza della Repubblica si chiamava piazza Fiume e mi sono persa tra le vie, seguendo il filo dei ricordi dell'autore, che si sovrapponevano a quelli delle altre volte in cui era stato a Milano, e che ogni tanto si allontanavano verso qualche altra città. È un libro che non può essere ridotto ad un unico genere, è una miscela di autobiografia, di storia, di musica e di arte, un insieme di racconti e di aneddoti. E così in Sant'Ambrogio ho trovato Alarico, impegnato in un duello con Stilicone, in corso Venezia Silvio Pellico, che torna dallo Spielberg, in via Fratelli Zoia, vicino a dove sono cresciuta, Petrarca, che aveva deciso di stabilirsi nella cascina Literno. Sono tanti i fantasmi che attraversano le strade e passano tra le pagine, soprattutto ci sono il "milanese" Stendhal e Caterino, un amico dello scrittore, che vaga per la città, portandosi dietro il peso della sua vita. Le pagine dedicate a Manzoni sono forse le più belle e forse il motivo è proprio che Savinio non riusciva ad entrare in sintonia con lui. Quando parla di Manzoni dice le cose più importanti su se stesso:


Questa corazza di gelo, questo divieto di amore io cerco di vincerli con i mezzi che più mi sembrano acconci: l'ironia e il pessimismo.


Il libro era terminato e stava per essere stampato nell'estate del 1943 ma in agosto i bombardamenti "mutarono la faccia di Milano", trasformando il libro nel ritratto di una città che non esisteva più. L'autore allora decise di aggiungere altre pagine, "un accenno all'«altro» volto di Milano, un auspicio al volto che sarà".

È quello il volto che ho conosciuto io, e adesso, che anche quel volto è stato cancellato, aspetto di conoscerne uno nuovo. Nel frattempo ho trovato quel libro che credevo mancasse nella letteratura italiana.

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