domenica 25 agosto 2019

Patrimonio - Philip Roth

Ogni tanto, dopo un certo periodo di tempo, sento il bisogno di leggere un suo libro e, per fortuna, me ne sono rimasti ancora abbastanza. Non che li centellini solo per continuare ad avere una scorta, in realtà, dopo aver letto un suo libro, ho bisogno di staccare, perché ogni suo libro richiede uno sforzo emotivo.
Quando ho iniziato Patrimonio, ho avvisato mio marito che forse avrei pianto, di non farci caso. Dieci minuti dopo, mi stavo asciugando gli occhi. Ho però anche riso molto. Patrimonio è diverso dagli altri libri di Roth, credo che sia quello più intimo e forse più vero. È il racconto di un rapporto difficile, ma forte e profondo, un rapporto impossibile da spezzare. È innanzitutto la storia di un uomo semplice eppure ostinato, che non ha voglia di morire. Un uomo dal carattere difficile, sempre pronto a criticare e a trovare difetti in chi gli stava attorno, ma anche capace di grande umorismo. Un uomo con l'abitudine di raccontare storie sul passato e sulla famiglia. "Erano storie noiose, storie senza senso per chi non apparteneva alla famiglia, e, si può presumere, ormai tremendamente ripetitive anche per lui." Eppure erano le storie che definivano il suo essere ebreo ed essere americano al tempo stesso. È un romanzo fatto di ricordi, ma anche di dialoghi, di litigi e di profondo affetto, che si intrecciano con il progredire di una malattia che richiede decisioni da prendere subito, anche sapendo che, comunque, la fine sarà la stessa. Si tratta solo di finire un po' meglio, meno peggio, di avere un po' più di tempo. 
Credo che ognuno ci possa trovare riflessi della propria vita e di rapporti forti, che lasciano sempre dentro qualcosa di irrisolto. E poi quel patrimonio, fatto di vecchi oggetti senza valore, ma che significano molto, frasi e volti di cui non ci si ricorda, ma che sono stati rievocati così a lungo da aver lasciato immagini vivide. Quel patrimonio per cui, anche se nella vita ci si è allontanati molto, da qualche parte si resta sempre il bambino della nostra infanzia. 

martedì 20 agosto 2019

Nikolaj Gogol' - Vladimir Nabokov

Mentre davo un'occhiata alle librerie per scegliere i libri da portare in vacanza, mi sono stupita di trovarci questo, perché non ricordo di averlo comprato. Può darsi che l'abbia comprato tanto tempo fa, oppure può darsi che me l'abbiano 
lasciato mia madre o mia sorella, con l'intento di far spazio ad altri libri nelle loro rispettive case.
Comunque mi sia arrivato, sono contenta di averlo trovato perché è un viaggio nella letteratura in compagnia di due grandi scrittori. Un viaggio che fa guardare da angolazioni insolite alle opere di uno e un viaggio che rende inequivocabile il senso della letteratura per l'altro.
Nabokov racconta Gogol' partendo dalla morte e dal racconto "Il naso", per arrivare, attraverso il simbolismo, i passi falsi e i momenti di genio, a "Il cappotto" e alla nascita. È un libro che procede per temi e per sentieri avvitati, dai quali appaiono sia l'uomo che lo scrittore Gogol'. 
"...nei libri di Gogol' le trame vere stanno dietro a quelle ovvie. Quelle vere, io le do. Le sue storie fanno solo il verso alle storie con le trame."
Visto che nel libro Nabokov dedica molto spazio alle traduzioni che sono state fatte nel tempo dal russo all'inglese e visto che, non essendo soddisfatto, ha ritradotto interi brani, ho rimpianto di non avere il testo originale inglese. Ho inoltre rimpianto una volta di più di non conoscere il russo. "Non vedo, tuttavia, nessun'altra strada per arrivare a Gogol' (o a qualsiasi altro autore russo, se per quello). La sua opera, come ogni grande conquista letteraria, è un fenomeno di linguaggio e non di idee."
Su tutto però prevale l'ombra di Nabokov, la sua particolare visione, il suo amore per la letteratura in generale e la sua passione per la letteratura russa in particolare. "Le deduzioni sono mie proprie. Critici russi che cercavano con fatica di trovare un Influsso e di incasellare i miei stessi romanzi mi hanno, una o due volte, collegato a Gogol', ma quando guardavano di nuovo io avevo sciolto i nodi e la scatola era vuota."

giovedì 15 agosto 2019

Estensione del dominio della lotta - Michel Houellebecq

"Il liberalismo economico è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Allo stesso modo, il liberalismo sessuale è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società."

Quando penso che questo romanzo è stato scritto venticinque anni fa, mi chiedo perché mai ho aspettato così tanto a leggerlo e che effetto mi avrebbe fatto se l'avessi letto allora, nel 1994. Non perché non sia attuale, ma proprio perché è così attuale che forse è arrivato in anticipo nel descrivere la solitudine e lo scollamento tra il singolo e la società. Il protagonista è un informatico che si muove malvolentieri tra le feste a casa dei colleghi, le conversazioni stanche alla macchina del caffè, un lavoro di cui sembra aver smarrito il senso. "Non amo questo mondo. Decisamente, non lo amo. La società nella quale vivo mi disgusta; la pubblicità mi stomaca; l'informatica mi fa vomitare." 
Eppure la forza di questo romanzo e la sua vitalità stanno proprio nel sarcasmo del protagonista, nel suo sguardo sprezzante nei confronti della banalità del mondo che lo circonda. Un romanzo in cui c'è già forse tutto il futuro dell'autore, eppure, leggendolo, si scopre che ha sempre molto altro da dire e che forse le sue massime perfide sono sempre state nascoste dentro di noi. 

venerdì 9 agosto 2019

Da soli - Cristina Comencini

Marta sta fumando una sigaretta sul ponte della nave, Piero si avvicina e le chiede se ha una sigaretta anche per lui e se possono fumare insieme. In realtà Marta non è sola, con lei c'è Andrea, entrambi sono sposati ma hanno deciso di stare insieme e di non lasciarsi mai più. Nemmeno Piero è da solo, con lui c'è Laura. Così ha inizio un'amicizia, ma anche la storia di due coppie che, dopo quasi trent'anni, scoppiano insieme.
Ho comprato a scatola chiusa il libro della Comencini perché da anni non leggevo niente di suo e avevo un po' la nostalgia della sua scrittura, del suo modo di esplorare i rapporti. E ho trovato una storia che mi ha ricordato un po' Lacci, di Starnone. La storia di due matrimoni, di due separazioni, di quattro punti di vista, raccontati da quattro diverse voci.
Mi è piaciuta l'idea del bagaglio, che ognuno si porta dietro ('sono doppia per definizione, ho due valigie da portare, non una sola come gli uomini") e che a volte potrebbe non essere quello giusto. E poi mi è piaciuta l'idea delle case, che Marta progetta e riprogetta, come vorrebbe riprogettare di continuo la propria vita, per sfuggire agli schemi, o forse per seguirli. Case troppo piccole e affollate, in cui, come diceva la Ginzburg, manca sempre una stanza. Oppure case troppo grandi, case solitarie, case complicate.
D'altra parte però mi è sembrato qualcosa di già letto, di già visto, qualcosa in cui manca qualcosa.

martedì 6 agosto 2019

La scomparsa di Majorana - Leonardo Sciascia

Sono poche le pagine di questo libro, eppure sono dense e si finisce per rileggerle più volte, per non perdere nemmeno una parola.
Majorana appare e scompare tra queste pagine, personaggio sfuggente, dilaniato tra scienza, fede e filosofia. Un uomo che vuole scappare da se stesso, dalla propria precocità, da quello che deve fare. Un genio, amico e al tempo stesso rivale di Fermi, che forse comprese le falle di un sistema poliziesco e le usò per inscenare la propria dipartita. Una dipartita in acqua, quasi mitologica. Una fuga dal mondo e dal destino.
Sciascia si avventura nella vita di Majorana, nel mistero che lo avvolge, con lo stile unico, con cui sempre attraversa i propri personaggi.