"Il liberalismo economico è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società. Allo stesso modo, il liberalismo sessuale è l'estensione del dominio della lotta, la sua estensione a tutte le età della vita e a tutte le classi della società."
Quando penso che questo romanzo è stato scritto venticinque anni fa, mi chiedo perché mai ho aspettato così tanto a leggerlo e che effetto mi avrebbe fatto se l'avessi letto allora, nel 1994. Non perché non sia attuale, ma proprio perché è così attuale che forse è arrivato in anticipo nel descrivere la solitudine e lo scollamento tra il singolo e la società. Il protagonista è un informatico che si muove malvolentieri tra le feste a casa dei colleghi, le conversazioni stanche alla macchina del caffè, un lavoro di cui sembra aver smarrito il senso. "Non amo questo mondo. Decisamente, non lo amo. La società nella quale vivo mi disgusta; la pubblicità mi stomaca; l'informatica mi fa vomitare."
Eppure la forza di questo romanzo e la sua vitalità stanno proprio nel sarcasmo del protagonista, nel suo sguardo sprezzante nei confronti della banalità del mondo che lo circonda. Un romanzo in cui c'è già forse tutto il futuro dell'autore, eppure, leggendolo, si scopre che ha sempre molto altro da dire e che forse le sue massime perfide sono sempre state nascoste dentro di noi.
Nessun commento:
Posta un commento