Marta sta fumando una sigaretta sul ponte della nave, Piero si avvicina e le chiede se ha una sigaretta anche per lui e se possono fumare insieme. In realtà Marta non è sola, con lei c'è Andrea, entrambi sono sposati ma hanno deciso di stare insieme e di non lasciarsi mai più. Nemmeno Piero è da solo, con lui c'è Laura. Così ha inizio un'amicizia, ma anche la storia di due coppie che, dopo quasi trent'anni, scoppiano insieme.
Ho comprato a scatola chiusa il libro della Comencini perché da anni non leggevo niente di suo e avevo un po' la nostalgia della sua scrittura, del suo modo di esplorare i rapporti. E ho trovato una storia che mi ha ricordato un po' Lacci, di Starnone. La storia di due matrimoni, di due separazioni, di quattro punti di vista, raccontati da quattro diverse voci.
Mi è piaciuta l'idea del bagaglio, che ognuno si porta dietro ('sono doppia per definizione, ho due valigie da portare, non una sola come gli uomini") e che a volte potrebbe non essere quello giusto. E poi mi è piaciuta l'idea delle case, che Marta progetta e riprogetta, come vorrebbe riprogettare di continuo la propria vita, per sfuggire agli schemi, o forse per seguirli. Case troppo piccole e affollate, in cui, come diceva la Ginzburg, manca sempre una stanza. Oppure case troppo grandi, case solitarie, case complicate.
D'altra parte però mi è sembrato qualcosa di già letto, di già visto, qualcosa in cui manca qualcosa.
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