A quanto pare non riesco ad allontanarmi dalla mia città nemmeno con i libri: i luoghi di questo romanzo li conosco tutti, fanno parte della mia vita e delle mie giornate. Ma quando, alla Feltrinelli, l'ho visto, non ho nemmeno pensato di non comprarlo, perché "La sera a Roma" e "Mio fratello Carlo" mi sono piaciuti molto e poi perché i film dei Vanzina fanno parte anche loro della mia vita.
Luca Restelli, il protagonista, è un giornalista che si occupa delle pagine di cultura, quelle che non legge nessuno. È cresciuto in una casa in cui "la sera nei corridoi bui ci vanno a zonzo Musil e Debussy, in un'inquietante versione intellettuale del Sesto senso." Eppure, il giorno in cui in redazione arriva la notizia di un omicidio in corso Vercelli, pochi minuti dopo scoprirà che la vittima è suo padre. Luca Restelli svolge un'indagine parallela, in cui si fa aiutare da Giorgio Finnekens, uno scrittore, in cui è facile riconoscere Andrea Pinketts, perché in fondo la letteratura e il cinema hanno già detto tutto. I rimandi letterari e cinematografici costruiscono infatti questo romanzo, che è un giallo, ma che si snoda nei rapporti familiari, nei lati sconosciuti e trascurati delle persone con cui si vive e si cresce. E la vera protagonista è proprio la nebbia, che avvolge la realtà e che ogni volta svela un aspetto diverso, per poi coprirlo ancora.
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