In "Canne sl vento" c'è una scena di Noemi che pensa alla vita, al tempo che è passato e si è dimenticato di lei. Ho sempre pensato che questa scena, da sola, sarebbe bastata per il Nobel.
"Dopo il divorzio" è un romanzo sul tempo che è passato, il mondo che è andato avanti e Costantino che è rimasto indietro, dimenticato dal mondo e dalla vita.
Scritto nel 1902, è considerato un romanzo minore, eppure in questo romanzo c'è moltissimo, dai processi sommari, alle superstizioni religiose, alle morti infantili. È uno spaccato della vita e della società durante i primi anni del Regno d'Italia, con personaggi né buoni né cattivi, impegnati a sopravvivere.
«E andate a farvi benedire, allora, se non comprendete la ragione! Vivere bisogna, sì o no? E quando non si può vivere, quando si è poveri come Giobbe? Quando non si ha lavoro, non si ha nulla, nulla, nulla?»
Costantino, all'inizio, è troppo ingenuo e fiducioso, Giovanna, la moglie che sceglie di divorziare, è troppo ottusa e incapace di opporsi al destino scelto da una madre avida. Tra i personaggi di contorno, spiccano l'avvocato, un uomo cinico e moderno, che non si preoccupa delle convenzioni, e sua nipote Grazia, che attraverso gli abiti alla moda e le riviste, riesce a proiettarsi in un mondo che forse deve ancora venire, ma che è già vicino.
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