lunedì 24 marzo 2025

I titoli di coda di una vita insieme - Diego De Silva

«L’amore non è una storia, ma due».
Quando ho letto questa frase mi è venuta voglia di leggere questo libro, di un autore di cui non avevo mai letto niente.
L'ho letto in fretta, in un weekend, perché un capitolo fa venire voglia di passare al successivo e di ascoltare le due voci che si alternano, quelle di Fosco e Alice, marito e moglie da tantissimi anni, che hanno deciso di separarsi.
«Alice e io ci vogliamo bene. Per questo ci stiamo lasciando.»
E mentre la loro vita comune si esaurisce nelle discussioni, nella stanchezza, nei ricordi che affiorano e che non possono essere ridotti agli atti di un tribunale, i due punti di vista si incrociano, senza trovare la crepa da cui è iniziata la fine.



mercoledì 19 marzo 2025

Baumgartner - Paul Auster

È un libro breve, 200 pagine circa, ma l'ho letto lentamente perché in ogni pagina c'era moltissimo.
Si svolge durante l'ultima parte della vita del protagonista, Seymour Baumgartner, dieci anni dopo la perdita della moglie Anna, con cui aveva un rapporto totalizzante. È quindi un libro sulla morte - improvvisa quella di Anna, incombente e inevitabile quella di Seymour - ma è anche e soprattutto un libro sulla vita, che si affaccia all'improvviso, nei momenti più impensati, attraverso i ricordi del passato, e gli scritti di Anna. Oppure con i nuovi amici, come un impiegato maldestro o una studentessa appassionata delle poesie di Anna. È però soprattutto un romanzo costruito sui dettagli, sul filo di una nostalgia che non prende mai il sopravvento, con un finale che, in attesa della fine, si apre alla vita.



lunedì 17 febbraio 2025

Gli effetti secondari dei sogni (Io e No) - Delphine de Vigan

«Io vorrei soltanto essere come gli altri, invidio la loro leggerezza, le loro risate, le loro storie, so che possiedono qualcosa che io non ho, cerco da tanto tempo nel dizionario una parola per dire la felicità, la spensieratezza, la sicurezza e tutto il resto, una parola che annoterò nel mio quaderno, a caratteri cubitali, come un incantesimo.»

Lou Bertignac è un'adolescente che porta il peso di un quoziente d'intelligenza superiore alla norma e di un dramma familiare irrisolto. Quando incontra No, la ragazza che vive alla gare d'Austerlitz, le loro solitudini si riconoscono e si sovrappongono. «Sempre insieme» è la promessa che si scambiano, diventando indispensabili una per l'altra, nonostante le loro vite si svolgano in mondi paralleli, in una città stratificata, dove ci si sfiora senza vedersi.
E poi c'è Lucas, un altro adolescente solo, in una casa deserta, un primo amore che sfuma in una realtà troppo grande.
Delphine de Vigan ha la capacità di raccontare con delicatezza i lati più difficili della vita, di far affiorare con semplicità quello che è più complicato da spiegare e da dire. Un libro da cui è difficile uscire.



domenica 5 gennaio 2025

Interpretazioni dell'amore - Jane Campbell

«Se la mia vita non era quella che io pensavo fosse; qual era?»

Una lettera tenuta nascosta per cinquant'anni, un segreto che potrebbe cambiare il passato e confondere il presente. 
Un romanzo a più voci, flussi di coscienza che si incrociano attraverso il tempo, con punti di vista che cambiano, prospettive che si ribaltano, nessuno è quello che credeva di essere. 
Un'autrice che ha iniziato a pubblicare tardi, ma per fortuna ha iniziato.





martedì 31 dicembre 2024

Gli imperdonabili - Cristina Campo

Ogni tanto compaiono quei grandi autori che in vita hanno pubblicato pochissimo,  che forse avrebbero voluto pubblicare ancora meno. Il più famoso è Kafka, un'altra è Cristina Campo.
In questa raccolta di scritti mi sono persa tra le sue parole perfette, passando per le fiabe, incontrando a volte Proust, a volte Manzoni, più spesso Borges. Ma anche il medico Cechov, William Carlos Williams e John Donne.
Un libro che descrive un'orbita intorno alla letteratura, che poi diventa la vita.
Ho passato tra queste pagine l'ultimo pomeriggio dell'anno,  che è sempre un po' malinconico e oggi ancora di più. Ma è un libro che riaprirò spesso, in cui mi perderò ancora.



giovedì 26 dicembre 2024

Piattaforma - Michel Houellebecq

 «Mio padre è morto da un anno. Non credo a quella teoria secondo la quale si diventa realmente adulti alla morte dei propri genitori; non si diventa mai realmente adulti.»
Il protagonista di questo libro, come altri di Houellebecq, all'inizio mi ha ricordato lo straniero di Camus. Michel è un uomo sulla quarantina, senza affetti, che non ama il suo lavoro, che vive la vita guardandola dal di fuori, in una mediocrità che non gli dispiace. 
«Nella società in cui vivevamo, il principale interesse per il lavoro era costituito dal salario, e più generalmente dai vantaggi finanziari; il prestigio, l'onore della funzione occupavano ormai un posto molto meno grande. Esisteva però un sistema di redistribuzione fiscale evoluto, che permetteva di mantenere in vita gli inutili, gli incompetenti e gli svantaggiati - di cui, in una certa misura, facevo parte.»
La vita di Michel però cambia quando incontra Valèrie e allora si rammarica del tempo perduto. È felice della loro vita insieme, forse vive per la prima volta, si appassiona persino al lavoro di lei.
Ho trovato interessanti le pagine sul turismo, sulla crisi dei modelli tradizionali, fino all'approdo alla soluzione più banale e allo stesso tempo innovativa del turismo sessuale. Come ho trovato interessanti le considerazioni sul modello di vita occidentale, anche se non sempre condivisibili («Tu vuoi davvero comprarti una Ferrari cabriolet? Una casa a Deauville per i weekend - che verrà sicuramente svaligiata? Di lavorare novanta ore alla settimana fino a sessant'anni? Di pagare la metà del tuo salario in imposte per finanziare le operazioni militari in Kosovo o i piani di salvataggio delle periferie?»)
Il finale arriva improvviso e inaspettato e in qualche modo ristabilisce l'ordine che era stato turbato per qualche tempo.



domenica 15 dicembre 2024

L'età fragile - Donatella Di Pierantonio

Ho iniziato questo libro senza aspettative e con molti pregiudizi perché in tanti me ne avevano parlato male. E invece sono stata trascinata subito da questa storia, in cui il presente incrocia il passato e non si sa più se l'età fragile è quella dei vent'anni, quando si cerca una strada e non la si trova, oppure più tardi, quando si vorrebbe tornare indietro di qualche passo.
«Avevo vent'anni, e ancora mi sembrava così facile cancellare un danno.»
Il danno segna i luoghi, le persone, si riaffaccia sempre, con i sensi di colpa che attraversano il futuro dei sopravvissuti.