Un po' romanzo, un po' autobiografia, un libro di ricordi, in cui dal buio del passato emerge un padre amato e perso prima del tempo, un rapporto irrisolto, evitato e cercato al tempo stesso, sotto il sole di un'estate eterna. E forse è la stessa estate eterna dalla quale Raffaele La Capria continua a guardare se stesso.
I ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza si mescolano a quelli di una lunga amicizia, ma anche a Enea e Anchise, e a Kafka e quel padre a cui scrisse una lettera che non gli inviò mai.
E poi c'è Napoli, vera protagonista, la città perduta, ma che resta sempre dentro a chi ci è nato e cresciuto, con le sue luci e le sue ombre.
Ho amato molto questo romanzo, per il modo in cui è scritto e per quello che racconta.
Nessun commento:
Posta un commento