Mi è venuta voglia di leggere questo libro quando ho saputo che è un romanzo composto da una serie di racconti e questo perché "Il tempo è un bastardo" della Egan me lo sento ancora dentro.
Gli otto racconti che compongono il romanzo ruotano attorno a Isabel, anche se in alcuni è solo una comparsa o un nome che si affaccia nella memoria del protagonista di quel racconto. Come in Sabotaggi, il più forte e crudo, ma quello che ho preferito.
Tra un racconto e l'altro emergono le difficoltà dei rapporti familiari, ma anche i cambiamenti che attraversano i legami tra persone che sono state vicine, che hanno condiviso tratti di vita. Perché qualcuno cambia e qualcun altro resta indietro, impigliato in un luogo del passato.
Isabel è la figlia di un uomo che studia gli uccelli e il lavoro del padre le ha permesso di viaggiare, di andare oltre la periferia nella quale è resciuta. È una bambina viziata e insopportabile, una ragazza che cura la sua prima mostra, trasformando la passione per gli oggetti in un lavoro. E poi, nell'ultimo racconto, quello che tira le somme, una donna quasi anziana, che ha terminato la sua ultima mostra e si appresta a vivere una nuova fase, una trasformazione a cui dovrà abituarsi. È una donna libera, che difende la propria libertà fino all'egoismo e la capacità di essere libera suscita spesso risentimento negli altri personaggi. Non è simpatica, non sempre, ma non ha bisogno di esserlo.
«E invece questa mail si impone nella sua serata con la familiarità dispotica della propria giovinezza.»
Nonostante i cambi di tempo e di prospettiva, è un libro che si legge con la curiosità di andare avanti, di capire di più. Credo che leggerò altro di Rossella Milone.
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