Forse, se non ci fosse stata la lettura condivisa di LLC, non avrei nemmeno letto questo libro.
Di Buzzati finora avevo letto qualche racconto e Dorigo, il protagonista, sembra uno dei personaggi dei suoi racconti, un uomo che ha successo nel lavoro ma che ha difficoltà nella vita privata, come ha difficoltà ad accettare la sua faccia. Un uomo che vorrebbe essere diverso da com'è, ma nello stesso tempo vuole mantenere suo posto nel suo mondo.
C'è un grande contrasto tra la vita reale di Dorigo, la vita banale di un uomo qualunque, e la sua vita nascosta, quella che lo porta a frequentare la casa della signora Ermelina, lo squallore delle ragazze che frequentano quella casa per mantenersi o per arrotondare il loro stipendio.
Per me è stato impossibile non pensare a Lolita, anche se l'atmosfera e i personaggi sono molto diversi. La parte più bella del romanzo sono i monologhi interiori del protagonista, il flusso dei suoi pensieri, eppure sono proprio questi pensieri a renderlo odioso.
Si svolge a Milano, eppure non ho trovato la mia città come in "Ascolto il tuo cuore, città" di Savinio. Ho trovato una città diversa e trasfigurata, una città che è il prolungamento dei pensieri del protagonista, il luogo in cui si consumano le vicende meschine di esseri miserabili, che cercano in qualche modo di sopravvivere.
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