giovedì 23 settembre 2021

La mano - Georges Simenon

Non sono una fan di Simenon, da tempo avevo smesso di leggerlo, ma quest'estate una recensione di Montefoschi mi ha fatto venire una grandissima voglia di scoprire questo libro.

Inizia con una tormenta di neve e un uomo, Donald Dodd, che fuma nel fienile. Dovrebbe essere fuori a cercare Ray, il suo migliore amico, quello con cui ha condiviso gli anni della giovinezza, invece resta lì, nel fienile, a fumare una sigaretta dopo l'altra. È "una sorta di risveglio", il momento in cui la vita gli si svela sotto una luce diversa.

Donald Dodd è un buon marito, un buon padre, un buon avvocato, in una città della provincia americana. Sua moglie Isabel non è mai stata bella, ma è una moglie devota, affidabile, una buona madre. La vita di Donald Dodd è quella che lui stesso ha scelto. 

«L'idea di sposare Mona, per esempio, non mi sarebbe mai venuta in mente se l'avessi conosciuta all'epoca. Nemmeno quella di entrare in una società pubblicitaria di Madison Avenue.»

Quel momento nel fienile è il momento in cui un uomo si rende conto di aver scelto la vita sbagliata. È un punto di non ritorno, il momento in cui "ha inizio il male" e dopo niente può più tornare come prima. È la storia di una porta che scricchiola, di una crepa che si apre, di un risentimento che si accende e cresce, sotto gli occhi di Isabel, che tutto vede e osserva, ma anche della provincia americana, a cui non sfugge chi si allontana dall'essere un "uomo onesto".

È un romanzo intenso, percorso da una forte tensione che porta a un finale inevitabile quanto sconvolgente.


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