«Bastano pochi mesi perché chiunque si trasferisca qui si svuoti dentro, perda linfa e sangue, diventi guscio: tra vent'anni tutta Italia si ridurrà come Milano.»
Io invece ho paura che tra meno di vent'anni tutta Italia si ridurrà come Grosseto e forse per questo motivo ho evitato a lungo questo libro: immaginavo che mi sarebbe stato antipatico.
L'ho scelto qualche giorno fa perché sapevo che prima o poi l'avrei letto e volevo un libro comodo da portare in giro. Ho pensato allora che fosse arrivato il suo momento.
L'ho iniziato malvolentieri e invece mi sono ritrovata subito immersa nelle prime pagine, scritte molto bene e cariche di un'ironia che mi ha divertito. E poi ci ho trovato luoghi che conosco, via Palermo, la pelota basca, Brera. Ma anche la via Domenichino e viale Monte Rosa. Una Milano che assomiglia a quella in cui vivo, ma diversa. Una città «senza sole, senza vento e senza pioggia.»
Ci sono pagine attualissime in questo libro, pagine che potrebbero essere scritte oggi e che trattano temi di cui si parla di continuo anche oggi: le biciclette sui marciapiedi, troppe macchine, il clima che cambia, la decrescita felice.
C'è persino il lavoro da casa, con i vantaggi e gli svantaggi: «E senza bisogno di prendere il tram, senza bisogno di tenere rapporti col prossimo, tranne che alla fine del mese per la consegna del lavoro.»
Eppure, più procedevo nella lettura e meno il libro mi piaceva. Più procedevo e più ci trovavo quello di cui avevo avuto paura fin dall'inizio: il pregiudizio, il luogo comune.
«Ogni mattina la gita in tram è un viaggio in compagnia di estranei che non si parlano, anzi di nemici che si odiano.»
Anche questi sono discorsi attuali, sentiti e risentiti troppe volte da chi viene a Milano e parla dei milanesi senza vederli, senza ascoltarli, senza conoscerli.
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