Qualche domenica fa, mentre facevo colazione e sfogliavo Io Donna, mi è capitata sotto gli occhi la recensione di questo romanzo e mi ha incuriosito. Solo alla fine ho letto il nome dell'autore e allora l'ho comprato subito, perché Simone Innocenti l'ho conosciuto su LLC, ho letto "Vani d'ombra" e sono stata alla presentazione che ha fatto a Milano.
Mentre in "Vani d'ombra" la voce e i pensieri ossessivi di Michele Maestri attraversano le pagine, questo invece è un romanzo a più voci, quelle di un gruppo di amici che si ritrovano nella villa di due di loro per festeggiare il Capodanno. Sono amici di una vita, da una vita si incontrano, si cercano, si evitano nelle vie e nelle spiagge di una provincia dalla quale si sono mossi poco («in Toscana i confini sono una cosa seria»). Eppure ognuno di loro ha una storia sconosciuta agli altri e ogni capitolo è un racconto, che segue il flusso dei pensieri di un personaggio, portando in superficie quella sua storia.
Intanto il tempo scorre, come la sabbia nella preziosa clessidra del padrone di casa. «È come essere in bilico sul tempo, altro che Capodanno».
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