sabato 30 luglio 2022

L'anno capovolto - Simone Innocenti

Qualche domenica fa, mentre facevo colazione e sfogliavo Io Donna, mi è capitata sotto gli occhi la recensione di questo romanzo e mi ha incuriosito. Solo alla fine ho letto il nome dell'autore e allora l'ho comprato subito, perché Simone Innocenti l'ho conosciuto su LLC, ho letto "Vani d'ombra" e sono stata alla presentazione che ha fatto a Milano.

Mentre in "Vani d'ombra" la voce e i pensieri ossessivi di Michele Maestri attraversano le pagine, questo invece è un romanzo a più voci, quelle di un gruppo di amici che si ritrovano nella villa di due di loro per festeggiare il Capodanno. Sono amici di una vita, da una vita si incontrano, si cercano, si evitano nelle vie e nelle spiagge di una provincia dalla quale si sono mossi poco («in Toscana i confini sono una cosa seria»). Eppure ognuno di loro ha una storia sconosciuta agli altri e ogni capitolo è un racconto, che segue il flusso dei pensieri di un personaggio, portando in superficie quella sua storia. 

Intanto il tempo scorre, come la sabbia nella preziosa clessidra del padrone di casa. «È come essere in bilico sul tempo, altro che Capodanno».



lunedì 25 luglio 2022

Un digiunatore di Franz Kafka - Tullio Pericoli




«Ho fatto un sogno in cui Giacometti e Kafka si incontravano.»


Inizia così questo libro breve (91 pagine) e particolarissimo di Tullio Pericoli. 

Una traduzione di "Un digiunatore", (uno degli ultimi scritti di Kafka e tra i pochissimi pubblicati mentre era in vita) sia in italiano che attraverso una serie di disegni, di schizzi, di immagini, che si affiancano al testo, si sovrappongono e lo ripropongono sotto un'altra luce. 

«La mia, naturalmente, più che una traduzione è una riscrittura, tutt'altro che fedele, che non cerca di restituire interamente il senso del racconto né di crearne un equivalente.»

E da questa riscrittura emerge il legame che Tullio Pericoli riesce a scorgere tra il racconto e  Giacometti.

giovedì 14 luglio 2022

Uomini in grigio - Laura Spotorno Suarez

 «Non sono mai andata molto volentieri alle feste milanesi, quelle nei locali di moda, dove si incontra ogni sera la stessa gente, sempre lo stesso gruppo, anche se tutte le sere ci si ritrova in un locale diverso.»


Scritto e ambientato nel 1995, dalle prime righe questo romanzo mi è parso molto lontano, eppure è il regalo di un'amica che mi aveva spiegato che l'autrice ha la nostra età e ha frequentato la nostra stessa università. Io e Laura Spotorno Suarez abbiamo vissuto quindi nella stessa Milano e magari ci siamo incrociate più volte, senza vederci, in qualche corridoio. Ma leggendo il suo libro non mi sono sentita trasportata in un passato che ho vissuto anch'io. All'inizio ho pensato che la città e il tempo che descriveva fossero falsi, poi ho realizzato che invece parlava di quello che lei aveva conosciuto, perché la stessa città e gli stessi luoghi possono essere diversi a seconda di chi li vive e di chi li osserva. E ad un certo punto mi sono trovata davanti la frase: «... riflettendo su come in una medesima città possano coesistere mille città diverse, abitate da persone differenti che vivono parallelamente e non si incrociano mai.»

"Uomini in grigio" mi ha fatto conoscere quella città, parallela alla mia, pur essendo sempre la stessa. Un mondo che era accanto a quello in cui vivevo io, ma che non ho conosciuto. 

Il mondo di "Uomini in grigio" è quello di una città in cui escono e si incontrano ragazzi che provengono da altre parti e che, ognuno a proprio modo, costruiscono il loro spazio. 

Ci ho trovato anche qualcosa che è davvero imperdonabile per chi viene dal mio mondo: 

«J. Michael Jackson, Janet Jackson, Joe Jackson. Tutti quei cantanti avevano lo stesso nome, ma l'ultimo è inglese e la sua musica è raffinatissima, a differenza di quella degli altri due che è invece orribile.» 

Orribile ho dovuto rileggerlo più volte per crederci.

"Uomini in grigio" non è un capolavoro ma una lettura veloce e piacevole, una storia leggera (forse troppo), che scorre tra discoteche, fughe al lago, messaggi sulla segreteria telefonica, telefoni cellulari guardati con sospetto, nonni e genitori sullo sfondo, lontanissimi. E poi, improvviso, forse troppo presto, arriva un finale inaspettato, che mi ha fatto chiudere il libro pensando: mah!



lunedì 11 luglio 2022

L'uomo in rivolta - Albert Camus

In realtà l'avevo già letto più o meno tutto, durante gli anni in cui è stato sulla mia libreria, ma l'avevo letto a pezzi, in modo disordinato. C'è voluto un viaggio a Parigi per farmi venire voglia di leggerlo dall'inizio alla fine.

È una lunga dissertazione filosofica sulla rivolta, sulle sue diverse forme, sul modo in cui l'uomo decide di attuarla, per opporsi all'assurdità.

Non una lettura semplice e scorrevole, nonostante la scrittura di Camus, ma comunque una lettura interessante.