La letteratura italiana, dal secondo Novecento a oggi, è ricca di storie familiari, che, partendo dalle guerre, raccontano le varie generazioni, fino ad arrivare ai giorni nostri. Sono romanzi in cui la storia del nostro paese si mescola con quella dei personaggi, diventando quasi una cosa sola, e nello stesso tempo la sentiamo anche un po' parte della nostra storia personale, di quello che abbiamo vissuto, di quello che ci hanno raccontato i nostri nonni e genitori.
Alla lunga questi romanzi mi hanno un po' stancato, perché non riescono a superare il loro ordine cronologico e perché si assomigliano un po' tutti. Eppure è un genere così strettamente italiano per quello che racconta e per il modo in cui lo racconta, che sono sempre attirata. Il libro di Fontana è poi scritto bene e i personaggi sono realistici, con i loro difetti e i loro sogni incompiuti. È un romanzo che parte dal Friuli e arriva a Milano, restando sempre confinato verso la provincia, guardando da lontano una città della quale i personaggi non riescono mai del tutto a fare parte, come non riescono mai del tutto a far parte della loro stessa vita, a realizzare i loro sogni, a diventare le persone che vorrebbero.
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