domenica 17 febbraio 2019

È stato così - Natalia Ginzburg

Gli ho detto: - Dimmi la verità  - e ha detto: - Quale verità  - e disegnava in fretta qualcosa nel suo taccuino e m'ha mostrato cos'era, era un treno lungo lungo con una grossa nuvola di fumo nero e lui che si sporgeva dal finestrino e salutava col fazzoletto.
Gli ho sparato negli occhi. 
M'aveva detto di preparargli termos per il viaggio. Sono andata in cucina e ho fatto il tè, ci ho messo il latte e lo zucchero e l'ho versato nel termos, ho avvitato per bene il bicchierino e poi sono tornata nello studio. Allora m'ha mostrato il disegno e ho preso la rivoltella nel cassetto del suo scrittoio e gli ho sparato. Gli ho sparato negli occhi.
Ma già da tanto tempo pensavo che una volta o l'altra gli facevo così.


La prima volta che lessi queste parole ero alla fine delle elementari o all'inizio delle medie e restai folgorata. Ricordo che le lessi a mia nonna e che lei sobbalzò come se davvero avessimo sentito uno sparo.
Non era il primo libro della Ginzburg che leggevo, anzi, a quei tempi divoravo i suoi libri, passando velocemente da una pagina all'altra, senza riuscire a staccarmi dalla sua scrittura apparentemente semplice, capace di descrivere personaggi anche loro all'apparenza semplici e rassegnati. Per me l'amore per la letteratura è nato più o meno da qui. 



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