martedì 27 dicembre 2022

Un dramma borghese - Guido Morselli

«Sono sempre andato a caso, nei miei tentativi di avvicinarmi a mia figlia, e è troppo tardi per cambiare.»


Da un po' di tempo giravo intorno a Morselli, attirata, più che altro, dalla sua vicenda di scrittore, i cui romanzi sono stati rifiutati dagli editori per tutta la vita, e poi riscoperti e trasformati in caso letterario dopo il suo suicidio. Come Kafka, anche Morselli morì senza conoscere il suo destino di scrittore, ma, a differenza di Kafka, sta per essere dimenticato un'altra volta. 

Un post molto bello su LLC mi ha convinto a partire da questo romanzo, forse uno dei minori, in cui però emerge la grandezza di un autore che affronta un tema difficile e complicato, quello del rapporto di un padre e una figlia che non si conoscono, perché hanno passato pochissimo tempo insieme, ma che si trovano a trascorrere le rispettive convalescenze nelle camere comunicanti di un albergo sul lago di Lugano. Le acque ferme del lago fanno da contrappeso all'atmosfera ferma e claustrofobica che si agita nella stanza d'albergo, nella quale il mondo esterno entra a fatica, attraverso le lettere che il padre riceve dal giornale per cui lavora e i rari richiami della sua vita. Sono poche anche le persone che si intromettono in questo rapporto esclusivo: Carla, la moglie e madre morta troppo presto e tra troppi dubbi, Vanetti, il medico che forse dedica qualche visita di troppo a due ammalati ormai guariti, e Teresa, l'amica della figlia, il cui arrivo scompone lo scenario, fino ad arrivare a un finale forse inevitabile. 

Una prosa ricca, che si addentra nella psicologia dei personaggi, costituisce l'ossatura di un romanzo coinvolgente nonostante la trama scarna. Di Morselli leggerò sicuramente altro.

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