«Mi vedo dall'alto. La testa riversa sul tavolo, la guancia sinistra appoggiata sulla tovaglia, come da bambino quando mi addormentavo in cucina e mia madre mi svestiva e mi metteva a letto, quasi incosciente. Però non sto dormendo. La mia tempia destra è sfondata da una pallottola, dalla bocca mi esce del sangue e ho una rivoltella in mano. Vorrei urlare e non ci riesco.»
Tutto fa pensare che Giorgio Sala la notte di Natale abbia tentato il suicidio senza riuscirci. Ma lui sa di non aver avuto nessuna intenzione di suicidarsi, non aveva nessun motivo.
Quella notte era circondato dalle persone più prossime: i genitori, la zia, la ex moglie, i due figli, una coppia di amici. È all'interno di questa cerchia che inizierà a indagare, mentre la sua vita è cambiata per sempre ed è quasi immobile, chiuso in casa, senza nessuna voglia di comunicare con chi lo circonda.
La sua indagine che si basa sui ricordi, sulla ricerca dei particolari che prima aveva trascurato, e porta alla luce i rancori di una famiglia composta da persone che non si conoscono. Tutti avrebbero avuto un motivo per sparare.
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