Avevo detto che questo sarebbe stato l'anno di Savinio e infatti è lo scrittore di cui ho letto (e comprato) di più. Poi mi sono trovata tra le mani questo libro del fratello più famoso, scritto quando già i surrealisti parlavano di lui come di un cadavere.
Un libro che inizia con quindici puntini, che finisce con tre, scritto contemporaneamente in italiano e in francese. Un libro breve, eppure monumentale, fatto di immagini e di dipinti, nonostante sia completamente scritto, senza figure. Eppure sono immagini vive di piazze, di uomini, di isole, che si compongono, si spezzano e si ricompongono diverse. Un viaggio attraverso il tempo e il mondo, ma che dà l'impressione di essere sempre nello stesso luogo, alla ricerca della Stimmung, l'atmosfera, costruita e spezzata, ripensata.
Nell'introduzione Fabio Benzi lo accomuna ai labirinti di Borges, ipotizzando un'influenza di de Chirico sullo scrittore e solo ora mi rendo conto che quei labirinti non sono tanto lontani dai giri per la città di Savinio in "Ascolto il tuo cuore, città".
Savinio, il fratello alla cui memoria venne dedicata un'edizione di questo libro, e che disse che in Ebdòmero ogni parola era stata cercata e studiata.
Non so se ho afferrato tutto di questo libro e se l'ho afferrato nel modo giusto, ma sicuramente continuerò a leggerlo.