Agnes è il primo romanzo di Peter Stamm, autore svizzero che ho scoperto pochi mesi fa con "La dolce indifferenza del mondo" e che per certi versi mi fa pensare a un altro scrittore svizzero, Max Frisch.
La storia è semplice: un uomo e una donna si incontrano, si conoscono, vanno a vivere insieme. Poi succede qualcosa, perché altrimenti la storia non sarebbe interessante. O forse perché è inevitabile che la vita entri in gioco e scompigli le carte, ricostruendo e cambiando anche il racconto che il protagonista sta scrivendo, il racconto che Agnes gli ha chiesto di scrivere e che parla di lei.
«Agnes è morta. L'ha uccisa un racconto.»
La fine è nota dall'incipit, eppure non si riesce a smettere di seguire il protagonista nel suo flusso di pensieri, nelle immagini che si sovrappongono, descritte con tratti brevi e precisi, essenziali.
«La felicità la si dipinge con dei punti, l'infelicità con delle righe... Tu devi, se vuoi descrivere la nostra felicità, fare tanti piccoli punti... E che era felicità, lo si vedrà solo a distanza.»
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