mercoledì 14 ottobre 2020

I tre quarti della vita - Benoîte Groult

 


Quando non potrò più leggere, soddisfare la mia avidità di cioccolata, percorrere le spiagge in cerca di gamberetti durante le alte maree; quando mi avranno fatto perdere il gusto del vino con discorsi ragionevoli; quando non proverò più tutte le mattine una felicità idiota nel semplice gesto di spalancare alla luce le mie persiane; quando non avrò più il coraggio di prendermela con il tempo, come ho fatto di gran lena per tutta la vita; quando non saprò più fare altro che lamentarmi invece di imprecare; quando non farò più male a una mosca; quando penserò al mio colesterolo prima di assaporare burro salato a cucchiaiate; quando diventerò invidiosa di quello che fanno gli altri; quando non riuscirò più a piegare un ginocchio a terra e bisbigliare all'orecchio del mio giardino; quando preferirò andare a dormire invece di uscire con il mio migliore amico... Insomma, quando sentirò quello che chiamiamo il peso degli anni e non godrò più dell'età imprecisa che abbiamo in sogno, quando mi lascerò impressionare dal verdetto degli specchi invece di fidarmi delle mie certezze interiori; in breve, quando non troverò più piacere nei miei piaceri e proverò troppa pena per le mie pene, rinuncerò a continuare a vivere. Poiché la vita sono io. Nient'altro.

  


Nel 1992 ero alla libreria Rizzoli con un amico e ad attirarmi di questo libro fu la copertina di Toulouse-Lautrec. Allora non sapevo nulla dell'autrice, Benoîte Groult, di cui in seguito lessi altri due libri, tra cui il più famoso "Sale sulla pelle". Poi, domenica scorsa, è miracolosamente riemerso da una libreria a casa dei miei genitori, proprio in tempo per #unincipitalgiorno su un. Non è però l'incipit («Non sarò mai vecchia. Da quando lo so mi sento al sicuro») la parte che ho riletto più volte, quanto invece il brano qui sopra, alla pagina successiva. L'ho riletto così tante volte da averlo imparato a memoria, sono parole che ogni tanto mi tornano in mente e mi ha fatto piacere ritrovarle e rileggerle, scoprirle identiche a come le ricordavo. 

"I tre quarti della vita" è il racconto in terza persona di Louise Castéja, dapprima figlia della «miscredente e frivola» Hermine e dell'incolore Adrien Morvan (oltre che della loro amica Lou), poi moglie dello sfortunato Jean-Marie e in seguito di Arnaud Castéja. È il racconto del lungo percorso di una donna per diventare se stessa, la persona che avrebbe dovuto diventare, che avrebbe voluto diventare, mentre lentamente si faceva strada tra personalità diverse e contrastanti. Fino a quando Arnaud, il marito di gran parte della vita, quello con cui il terreno comune è sempre stato l'umorismo, quello che andava, viveva altri amori e tornava «non sa che rientrando da New York non ha ritrovato Louise Castéja. Ha trovato ME.»

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