Mentre leggevo, ho pensato più volte a "Due di due" di De Carlo, perché, come quella di Guido Laremi e del suo amico di cui non si conosce il nome, la storia di Gianni e Federico è la storia di due possibili strade, partite dallo stesso punto. Quel punto da cui tutto comincia è Tropea, con gli scogli da cui ci si tuffa, le estati lunghe. Un'infanzia e un'adolescenza trascorse sempre insieme, fino a quando le strade si dividono, Federico alla scuola di polizia, Gianni all'università a studiare lettere. Si incontrano qualche volta, per scoprire il fastidio di ritrovare, in un altro mondo, qualcuno con cui si è condiviso troppo, che nel modo di fare e di parlare ricorda quello che si è stati e che si vuole lasciare indietro. "Nuovi treni si afffacendavano lungo le stazioni della nostra vita, ne sentivamo lo sferragliare lontano."
Nuovi amici riempiono le loro giornate, sempre più diverse e lontane, e Gianni e Federico si perdono "di voce e di vista". Ma non è solo un romanzo di treni attesi, persi o presi al volo, ad un certo punto la storia si stempera su colori più scuri e, da romanzo di formazione, diventa quasi un nero, in cui si fatica a riconoscere chi sia davvero innocente, perché anche il passato potrebbe essere diverso da quello che è sempre stato.
Nessun commento:
Posta un commento