Luca Rainer è un traduttore, uno con cui le donne resistono al massimo qualche mese, che si dimentica di cambiarsi i vestiti, che si rifugia nella non-vita e nel rancore verso una madre che l'ha messo al mondo e poi abbandonato.
Carlo Malaguti invece è un assassino, uno che ha vissuto la vita intensamente, come un fuoco che brucia, e che ha dentro una bestia che lo divora. Una bestia simile alla pantera della poesia di Rilke, che Luca ha tradotto. E allora vuole che sia Luca a raccontare la sua storia. Una storia cattiva, di amore, tradimento, gelosia. E, addentrandosi in questa storia, Luca scoprirà Carlo, ma anche se stesso.
Di Andrea Molesini, qualche anno fa, avevo letto "Non tutti i bastardi sono di Vienna" e mi aspettavo un romanzo simile. Mi sono invece stupita della differenza tra i due libri, che sembrano quasi scritti da persone diverse. Perché il primo è un romanzo storico, mentre il secondo un thriller psicologico, che a poco a poco svela i protagonisti. Eppure entrambi i libri mi sono piaciuti e mi hanno trascinato nel gorgo degli eventi. Ho avuto inoltre la fortuna di essere stata a Trieste pochi mesi fa e di avere ancora ben chiaro il ricordo dell'atmosfera di questa bella città, elegante e malinconica, una città che non dimentica il suo passato e che è lo sfondo perfetto di questa vicenda.