Qualche giorno fa, in libreria, mi sono trovata davanti questo libro e così, l'ultima lettura dell'anno è stata Irène Némirovsky, un'autrice che amo tantissimo fin dal primo libro che ho letto ("Il calore del sangue") e il cui destino mi sembra sempre più ingiusto e inquietante.
Questa raccolta di lettere è quasi una biografia, che parte dagli anni spensierati della giovinezza, quelli più divertenti, in cui Irène studiava, andava in vacanza, conosceva dei ragazzi. Sono quasi tutte lettere indirizzate a Madeleine, l'amica di una vita, e questo periodo si conclude con l'apparizione di Michel Epstein e la scenata della madre davanti alla prospettiva del matrimonio.
Le lettere più noiose sono quelle tra Irène e gli editori, che contengono gli accordi e le richieste di pagamento. Sono però queste a dare l'idea del successo dei suoi romanzi e racconti all'epoca e anche della produzione di un'autrice che scriveva per vivere. E la scrittura resterà l'unico mezzo di sostentamento negli anni in cui la famiglia sarà confinata a Issy, anni in cui la Némirovsky continuò a pubblicare attraverso un prestanome, mentre lavorava "per il futuro" a un romanzo di più volumi.