Quando, tempo fa, avevo comprato questo libro, non sapevo che se ne sarebbe parlato tanto (senza parlarne) al Salone del libro. Credo in realtà che gli sia stata data un'importanza eccessiva, perché si tratta di un libretto di nemmeno 200 pagine, scritto sulla spinta dei ricordi, una di quelle storie di famiglia di cui la nostra letteratura è ricca e che, quando sono scritte bene (come in questo caso) si leggono volentieri.
È la storia di due genitori rimasti sempre un po' figli a loro volta, guardati da una figlia che resta in disparte, prima all'ombra della famiglia paterna in Sicilia e poi di quella romana, allargata, del partito radicale. Appena accennato è il destino tragico della sorellina, eppure è la cosa che mi è rimasta più impressa.