New Canaan, una città inventata, che però potrebbe essere qualsiasi città della provincia americana, segnata dall'11 settembre, dall'odio razziale, dalla recessione, dalla guerra.
Una città in cui tutti si conoscono da sempre, da cui tutti vogliono andarsene, ma a cui tutti finiscono per tornare, almeno per una notte, in cui incontrano i fantasmi di quello che sono stati, i ragazzi che erano, gli adulti che avrebbero potuto essere e non sono diventati.
«Il cielo sopra il luogo in cui sei nato non ti è familiare solo per il modo in cui compaiono le nuvole o in cui ti ammiccano le stelle di notte. Il cielo di casa tua si comporta come quando, da paracadutista, tiri la corda e l’aria ti riprende. Puoi aver girato il mondo e visto tramonti migliori, albe migliori, temporali migliori - quando scorgi i campi e le foreste, le alture e i fiumi di casa tua che incontrano l'orizzonte, contrai la mascella. La corda del paracadute ti trattiene dalla discesa.»
Raccontato attraverso quattro diversi punti di vista, affiora un passato fatto di sogni, di speranze, di violenza. Il ricordo di un giorno sul lago, «l'ultima volta in cui erano stati giovani», il momento in cui tutto sembrava possibile e invece era già finito. Una storia terribile, una scrittura fatta di luci e di ombre, brutale e cruda, eppure bellissima nel descrivere i luoghi e gli stati d'animo. È difficile staccarsi da questo romanzo, anche se a tratti si fa fatica a passare attraverso certe pagine. Credo che di Markley leggerò tutto quello che scriverà.
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