domenica 2 aprile 2017

Virginia Woolf - La signora Dalloway

Sono passati ventisette anni da quando ho letto La signora Dalloway di Virginia Woolf, ma in realtà Clarissa Dalloway non mi ha mai lasciato del tutto. Un po' perché ha spalancato la mia idea di letteratura su un mondo che prima mi era sconosciuto: quello del flusso di coscienza, dell'attimo che si dilata, fino a comprendere tutta la vita del personaggio. E poi perché ci sono frasi di Virginia Woolf che restano impresse per sempre e io ho continuato a ripetermele, in questi anni, sentendomi immensamente felice ogni volta, perché in quelle frasi ritrovo ogni volta la vita stessa, non necessariamente la mia. Questo romanzo ha cambiato la mia idea di letteratura ed è stato la lente attraverso la quale ho filtrato qualsiasi cosa abbia letto dopo.
Per molto tempo ho cercato questo libro nella mia ex camera, a casa dei miei genitori, senza trovarlo. Poi ho iniziato a cercarlo nelle altre librerie, ma sempre inutilmente: le librerie dei miei genitori ogni tanto ingoiano i libri.
Venerdì pomeriggio ero alla Feltrinelli e ho preso in mano in libro per cercare una di quelle frasi che ripeto a memoria e non rileggo da quasi trent'anni. Ma mi capita spesso di cercare una frase in un libro e di non riuscire a trovarla, perché non ricordo il punto preciso. Nel frattempo ho letto altri brani e ho ritrovato il mio vecchio amore per Peter Walsh. E poi ho visto che il libro costava 3,50 euro... insomma, per la seconda volta il libro mi ha chiamato, non potevo non comprarlo. E prima o poi lo rileggerò tutto, dall'inizio alla fine, e ritroverò anche quella frase.

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