Ebbene sì, dopo oltre vent'anni sono andata di nuovo al cinema a vedere Indiana Jones.
Dico dopo oltre vent'anni perché l'unico che ho visto al cinema è stato Il tempio maledetto. Non avevo mai visto il primo, che avrei intravisto alla televisione molti anni dopo, mentre ho saltato l'ultimo, quello con Sean Connery che impersona il padre.
Sono passati oltre vent'anni, dicevo, avevo appena iniziato il liceo, e ora sembra passata un'eternità. Eppure, anche se ci informano che siamo nel 1957, gli anni Ottanta sono presenti prepotentemente fin dall'inizio, quando, nel bel mezzo di una strage, l'uomo che l'ha ordinata, si allaccia tranquillamente una scarpa. E qui inizia subito la nostalgia e anche un po' di tristezza. Perché, diciamolo, questo film è soprattutto malinconico e all'insegna del tempo perduto. Infatti, a pochi minuti dall'inizio, quando il compagno di sventure gli ricorda tutte le situazioni peggiori in cui si sono trovati, Indiana Jones risponde cupo: "Eravamo giovani". E noi, cattivissimi, ci ricordiamo i film precedenti e notiamo che sì, è proprio invecchiato. Che Harrison Ford fosse invecchiato, a dire la verità, lo si notava già benissimo circa quindici anni fa, ai tempi di Air Force One e questo è molto bello, è la risposta delle donne alla convinzione di alcuni uomini di essere destinati ad invecchiare più lentamente. Al proposito si potrebbe anche citare Richard Gere in The Hunting Party.
Purtroppo il nostro sorriso e la nostra soddisfazione durano poco: anche la povera Marion, mentre aspettava Godot, è invecchiata e imbolsita e i perfidi pantaloni marroni non aiutano certo a nasconderlo.
Cate Blanchett, che ai tempi degli altri film andava al liceo come noi, è spartanamente perfetta, come sempre. Così perfetta che viene spontaneo chiedersi perché. Sì, ad un certo punto del film mi sono chiesta perché non far fare a lei la parte del figlio, visti i suoi precedenti come Bob Dylan: sarebbe stata perfetta. Perché se si può sopportare di avere vent'anni di più, se si può sopportare che Indiana Jones e Marion siano invecchiati, non si può proprio sopportare che abbiano avuto un figlio con la faccia di plastica di Shia Le Boeuf. E alla fine ci ritroviamo a sperare che non raccolga quel cappello, che non ci rovini quel ricordo di quando non avevamo ancora vent'anni.
Nessun commento:
Posta un commento