sabato 6 aprile 2019
Anonimo veneziano - Giuseppe Berto
È un romanzo arrivato in ritardo, dopo il film, dopo la sceneggiatura, quando l'autore si decise a scrivere quelle descrizioni che collegano i dialoghi.
È un romanzo di morte, una morte strisciante, che avanza piano piano, che trascina con sé il protagonista e la sua città, "un genio che non ha avuto molta fortuna" e una Venezia decadente, che "torna a essere fango". Venezia è il palcoscenico, bellissimo e struggente al tempo stesso, sul quale si consuma il dramma di un uomo, che è "l'uomo sbagliato" e che ha voluto rivedere, per un giorno soltanto, la moglie abbandonata otto anni prima.
È stato un grande amore, il loro, uno di quegli amori forti ed esclusivi, che dovevano per forza portare ad una separazione, per sopravvivere. Eppure è un amore che non è mai finito, nonostante un nuovo compagno e un'altra figlia. Nel corso di una giornata, durante il loro girovagare per le strade di Venezia, l'uomo e la donna ripercorrono la loro storia, i loro errori, quello che poteva essere e non è stato.
È un romanzo breve, ma è un grande romanzo perché la scrittura di Berto, delicata e penetrante, con il suo alternare presente e passato, riesce a delineare i chiaroscuri di una una storia in cui Venezia resta la protagonista.
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