martedì 27 febbraio 2024

Fatti di umani - Elisa Rovesta

Quello che mi ha fregato quando l'ho visto in libreria è stato il sottotitolo: "Racconti in cui non succede niente". E io subito ho pensato alla signorina N.N. di Cechov e alla signora nello specchio della Woolf. In fondo, anche la quarta di copertina si rifaceva a Cechov. 
Ma se è vero che non succede niente, è anche vero che a mancare sono i racconti, ridotti inizialmente a delle paginette per descrivere ognuno dei personaggi, delle ombre, dei tipi monodimensionali, monomaniacali, che attorno a quella loro mania costruiscono vite vuote. Non hanno pensieri, non hanno ricordi, sono dei cartonati piatti, privi di spessore psicologico. Poi, una volta introdotti i personaggi, il libro si trasforma in una specie di romanzo o di racconto lungo, in cui si ritrovano tutti insieme, felici di essere insieme, ma in realtà soli, ognuno con la propria unica mania. E una disperata voglia di far ridere (che è proprio l'opposto dell'ironia) mi ha annoiato a morte, tanto che ho faticato a finirlo, nonostante le poche pagine.



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