Da vent'anni Eszter vive tranquilla, con una lontana parente, il fratello, dei buoni amici. Una vita piatta, in cui ogni giorno è uguale al precedente, ma Eszter ha sempre saputo che un giorno Lajos sarebbe ricomparso, per prenderle quello che le è rimasto, oerché Lajos è un bugiardo, un imbroglione e un fallito. E poi perché «gli amori infelici non finiscono mai.»
Non so da quanto tempo avessi dimenticato questo libro su uno scaffale, da anni non leggevo un romanzo di Marai e avevo nostalgia delle sue atmosfere ombrose, dei suoi personaggi legati a un passato sempre imperfetto, delle sue parole di pietra.
"L'eredità di Eszter" è breve e si legge velocemente perché il ritmo è serrato. Eppure per me resta su un tono più basso rispetto a "La donna giusta", "Le braci", ma anche "Divorzio a Buda".
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