Per anni è rimasto su uno scaffale di casa mia. Non sempre lo stesso, era presente anche quando ho traslocato. Prima o poi l'avrei letto, ero abbastanza sicura, ma se non fosse stato per la condivisa di LLC forse non l'avrei letto mai. E invece, appena l'ho iniziato, mi sono chiesta come abbia potuto ignorare per così tanto tempo un libro così bello.
È il racconto scombinato della vita di un ubriacone, un uomo bugiardo, forse un assassino, che manifesta già i segni dell' Alzheimer. Eppure è bellissimo e il protagonista, Barney, è simpatico proprio per la sua scorrettezza, per la sua capacità di pensare e di dire la cosa sbagliata senza averne paura. Il romanzo è diviso in tre parti, ognuna delle quali dedicata a una delle tre mogli, che hanno scandito e segnato le diverse epoche della sua vita. Ma ogni tanto le epoche si mescolano per le continue digressioni, per i fili del discorso che si perdono e si incrociano. Perché in fondo Barney ha sposato la seconda moglie per fare un dispetto alla prima e durante il ricevimento ha conosciuto la terza.
E poi c'è Heine, che ogni tanto compare, tra una pagina e l'altra, ed è l'Heine più caustico e ironico, che, in punto di morte, sogghigna: 'Dio mi perdonerà. È il suo mestiere.'"
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