mercoledì 19 novembre 2025

L'ambrosiana pura - Mariagabriella Cambiaghi e Raffaele De Berti

 
A volte, quando vedo dalla finestra il cimitero Monumentale, penso alla statua e al giorno di tanti anni fa in cui mi fermai a guardarla, incantata dalla donna che con una mano teneva una maschera e con l'altra si copriva il viso. In quella statua mi sembrava che ci fossero tutta la disperazione e il dolore della donna per essere morta.
Il libro della Mazzucco su Diana Karenne mi ha fatto tornare in mente quest'altro libro, su Dina Galli, che avevo comprato tempo fa, sempre pensando alla statua.
La prima parte del libro ripercorre la vita della grande attrice comica, dall'infanzia in cui rivelò subito un grande talento, fino alla maturità e alla difficoltà di lasciare i ruoli da ragazza e adattarsi a quelli di una donna matura. Le parti successive sono dedicate agli autori delle commedie, alla critica e alle foto di scena, in cui Dina Galli è sempre sorridente e lontanissima dalla disperazione della sua statua. E forse anche la statua, se la vedessi adesso, mi apparirebbe diversa.



lunedì 10 novembre 2025

Silenzio. Le sette vite di Diana Karenne - Melania Mazzucco



Prima di leggere questo libro non avevo idea di chi fosse Diana Karenne, anche perché per me il cinema muto inizia e finisce con Charlie Chaplin. Nelle oltre 600 pagine di questo libro emerge invece un personaggio interessante, un'artista poliedrica, che attraversò diverse epoche, trasformandosi e adattandosi ai cambiamenti della società. È facile intuire il lungo lavoro di indagine e di ricerca che sta dietro la ricostruzione dei giorni di una donna che ha sempre rimescolato le carte, che si è esposta e nello stesso tempo nascosta. Attraverso due guerre, tra Roma, Berlino e Parigi si svolgono le sette vite di una donna che è passata attraverso se stessa, senza però lasciar andare mai niente delle vite precedenti.
Tra i vari personaggi che hanno incrociato la vita di Diana Karenne, ho apprezzato soprattutto le pagine in cui appare Nina Berberova. Molti anni fa lessi la sua autobiografia, "Il corsivo è mio", e qui, in alcuni punti, mi è sembrato di leggere la stessa storia da un punto di vista diverso.

mercoledì 8 ottobre 2025

La guerra con altri mezzi - Karine Tuil

Dan Lehman è stato presidente della Repubblica, poi ha perso le elezioni e si è rifugiato nell'alcol per dimenticare di non essere più quello che è stato. Mentre il suo matrimonio con Hilda, un'attrice di vent'anni meno, sta finendo, rimpiange di aver lasciato Marianne, la prima moglie, l'amore della giovinezza, e i tre figli, con cui il rapporto si è rotto dopo il divorzio, e poi ricostruito in qualche modo, faticosamente, soprattutto con la figlia Léonie. E proprio Hilda e Marianne invece stanno vivendo un momento importante per le loro carriere, attraverso un film, tratto dal romanzo di Marianne, di cui Hilda è la protagonista. 
"La guerra con altri mezzi" è un libro sul potere, quello politico, che si consuma a Parigi, e quello del mondo del cinema, che è lo specchio di quello reale, anche se distorto dall'ipocrisia, che va in scena a Cannes. Un potere che si misura dall'albergo in cui ti fanno alloggiare, come Melanie, che dieci anni prima era al Majestic e la sua carriera sembrava promettere qualcosa che non è mai arrivato, perché adesso dorme in un piccolo albergo e è la controfigura di Hilda, nonostante sia stata lei e scoprire il romanzo di Marianne e a portarlo al produttore, Romain Nizan, che ne ha tratto un film in cui Marianne non riconosce più ciò che ha scritto.
È un libro di chiaroscuri, ma quello che è chiaro può diventare scuro un minuto dopo.



giovedì 18 settembre 2025

Non è successo niente di grave - Michele Brambilla

Dovrebbe essere un thriller o un noir, e in effetti c'è un omicidio e c'è la rievocazione di un fatto di cronaca degli anni Ottanta. È però in realtà un romanzo su quegli anni, quando il lavoro del giornalista era profondamente diverso da adesso, quando esistevano i giornali del pomeriggio, come La Notte e il Corriere d'Informazione. Ci sono ritratti di personaggi realmente esistiti, storie d'amicizia e di quel tempo in cui un collega di trentadue anni sembra vecchio.
Non c'è nessuna tensione riguardo l'omicidio, la narrazione non suscita nessuna voglia di scoprire il colpevole, ma è interessante invece il quadro della provincia di quegli anni, con i segreti che il delitto rischia di far emergere. Una lettura veloce e piacevole, grazie anche a una scrittura curata. 



giovedì 11 settembre 2025

Tre giorni di giugno - Anne Tyler

Il giorno prima del matrimonio di sua figlia, Gail  riceve la visita del suo ex marito, intenzionato a restare fino al giorno successivo al matrimonio. Anche quando si erano conosciuti, molti anni prima, era arrivato senza essere invitato. Allora era accompagnato da un cane, adesso da un gatto. Allora come adesso,  Gail aveva problemi lavorativi. È passato molto tempo e sono successe molte cose, hanno superato i rancori e le incomprensioni dei primi anni del divorzio. Gli eventi del matrimonio si sovrappongono agli eventi del passato, che appaiono sotto una luce diversa rispetto a quella di un tempo. 
Mi è piaciuto moltissimo questo romanzo, pieno di ironia e di umorismo, divertente come una commedia brillante. Dopo circa trent'anni, da un paio ho riscoperto Anne Tyler e credo che sia una dei migliori scrittori viventi.



venerdì 5 settembre 2025

La governante - Csaba dalla Zorza

È un libro che si legge velocemente, con una scrittura scorrevole, che ogni tanto si arena su un pronome sbagliato. Una donna che ha dedicato la vita alla famiglia, mettendo da parte se stessa, accettando l'inaccettabile, finalmente decide che è arrivato il suoi tempo, che può fare quello che più le piace, lasciando emergere i lati ombrosi di una vita familiare all'apparenza perfetta.
Una storia leggera e leggermente inverosimile, che però non annoia.
E dopo un libro che racconta una storia buia, avevo bisogno di un po' di luce.



giovedì 4 settembre 2025

Urì - Kamel Daoud

«Gli squadroni hanno bruciato i neonati nei forni delle cucine, hanno sventrato le donne e tagliato le teste per posarle sulle soglie delle case, e sgozzato le bambine per il piacere di Dio. Alla fine dell'anno 1999, due di loro si erano avvolte in una grossa coperta con sopra il disegno di una tigre mentre l'anno e il secolo spiravano in un brusio di carta e vento sopra il tetto. Una ha chiuso gli occhi e li ha riaperti a Oran, l'altra non li aprirà mai più.»

Aube significa alba ed è il nome che le ha dato la sua seconda madre, in quell'alba di inizio millennio in cui l'ha fatta rinascere, a cinque anni. Muta, o quasi. Il suo vero nome, quello della vita di prima, ritorna solo nei sogni, quando riappare la sorella adorata, che continua a chiamarla con quel nome. 
In Algeria nessuno parla della guerra civile che ha infuocato il paese negli anni Novanta, perché non si può. Si parla della guerra di indipendenza dalla Francia, ma non della guerra in cui algerini hanno versato il sangue di altri algerini. Ma Aube non ricorda la guerra di indipendenza, ricorda invece l'altra guerra, di cui porta un sorriso terribile, che va da un orecchio all'altro. 
Aube indossa i jeans e è proprietaria di un salone di bellezza in un paese in cui tutto questo è strano. 
«Qui, una donna non esce sola, non alza gli occhi da terra quando cammina per strada, non parla nemmeno con chi l'accompagna, non viaggia senza un protettore uomo e non porta pantaloni che sottolineano la sua silhouette come una seconda pelle.»
Quando si rende conto di essere incinta, decide di abortire, perché vuole che sua figlia continui a vivere in paradiso, come le urì, eterne ragazze. Prima però vuole raccontarle la sua storia, perché quella figlia è l'unica che può sentire la sua voce interiore. Allora ripercorre a ritroso il percorso da Oran al villaggio che ha lasciato quella notte del 31 dicembre 1999 e la sua storia si mescola a quella delle persone che incontra e a quella di un intero paese, dove ognuno ha preso il nome che ha trovato e dove non si riconoscono più le vittime dai terroristi, come fratelli gemelli, come ombre che vivono una accanto all'altra, con il senso di colpa dei sopravvissuti, che hanno chiuso gli occhi per sembrare morti.

Ho comprato questo libro dopo aver letto la notizia che lo scrittore non sarebbe venuto alla Milanesiana perché avrebbe corso il rischio di essere arrestato. È un autore che non conoscevo ma ho trovato molto bello questo romanzo, che, nonostante racconti storie terribili, mantiene una scrittura delicata e quasi lirica, un lungo racconto in cui la voce interiore di Aube conserva la calma e il dolore di chi è morto già una volta.